Il Movimento di via Monte Boglia «conferma la piena fiducia» al proprio ministro, messo sotto pressione da più parti a causa dello scandalo dei permessi falsi
LUGANO - Lo scandalo permessi falsi sta facendo tremare il mondo politico ticinese e soprattutto il Dipartimento delle Istituzioni capeggiato da Norman Gobbi. Con 11 persone indagate e 8 arresti, il caso sta assumendo proporzioni preoccupanti. E oggi a completare questo quadretto poco edificante è giunta pure una lettera anonima, scritta da tre presunti dipendenti dell'amministrazione cantonale, che attacca duramente la gestione dell'ufficio della migrazione.
Denuncia contro ignoti - Le accuse sono state rispedite al mittente da Norman Gobbi, che non ha esitato a definirle come «insinuazioni lanciate solo allo scopo di gettare fango sull'ufficio». In serata poi è giunta la denuncia contro ignoti con la lettera anonima che è stata acquisita dalla Magistratura. Lo scandalo dei falsi permessi sta diventando ad ogni modo una lotta (anche e soprattutto) politica.
«Piena fiducia in Gobbi» - Per questo motivo la Lega ha deciso di reagire, prendendo posizione per difendere il proprio ministro attaccato da più parti e deplorando l'ennesimo episodio di «indignazione selettiva». «Confermiamo la nostra piena fiducia in Norman Gobbi, che ci sta mettendo la faccia e si sta impegnando a fondo per fare piena chiarezza e pulizia su quanto accaduto all’interno dell’Ufficio della migrazione. Così come esige il rispetto per i cittadini ticinesi e per i funzionari onesti».
«Persa la bussola» - «D'altro lato - continua il comunicato stampa diramato in serata dal movimento di via Monte Boglia - prendiamo atto che la partitocrazia, nella foga di attaccare l’odiato leghista Norman Gobbi, abbia ormai perso completamente la bussola. Al punto che c’è chi ormai arriva a pretendere le dimissioni di un Consigliere di Stato addirittura sulla base di una lettera anonima dai chiari intenti diffamatori».
«Accanimento grottesco» - La Lega poi ricorda come non sia la prima volta che dei funzionari cantonali si trovano sotto inchiesta penale. «Non si è però mai visto un simile grottesco accanimento, del tutto strumentale, da parte della partitocrazia nei confronti del capo del dipartimento interessato» - ricordano i leghisti, citando in seguito alcuni esempi. «Nessuna sceneggiata è stata montata, ad esempio, quando nel mirino della Magistratura si era trovato l’Ispettorato fiscale, oppure la Sezione della logistica».
«Giustizialismo a senso unico» - Una partitocrazia che secondo la Lega dei Ticinesi «si sta producendo - malgrado l'inchiesta e gli accertamenti in corso - in uno squallido spettacolo di giustizialismo strumentale e a senso unico, con indecorose arrampicate sui vetri alla disperata ed affannosa ricerca di appigli per attaccare il nemico politico nella persona del direttore del DI».