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CANTONELavora ma non lo pagano, il lieto fine «grazie a Unia»

02.02.17 - 18:47
Si era trasferito dall'Italia con la promessa di un lavoro. Poi l'incubo e la beffa. Ma la svolta arriva grazie all'aiuto dei sindacati
tipress
Lavora ma non lo pagano, il lieto fine «grazie a Unia»
Si era trasferito dall'Italia con la promessa di un lavoro. Poi l'incubo e la beffa. Ma la svolta arriva grazie all'aiuto dei sindacati

LOCARNO - Ha avuto un lieto fine la disavventura lavorativa in Ticino di Giuseppe Prioni, il 53enne piacentino che, nel 2015, era finito nelle grinfie della Dreamhouseti, sedicente società di Locarno attiva (si fa per dire) nel settore delle ristrutturazioni e facente capo a Braulio Carvalho e Cristina Bacciarini.

Trasferitosi a Locarno per iniziare al lavorare presso la suddetta società, l'italiano non aveva percepito un franco per circa 4 mesi. Denunciata la situazione al sindacato Unia, l'uomo aveva visto condannati dal Pretore di Locarno sia Bacciarini che Carvalho. Secondo la sentenza del 14 giugno 2016, avrebbero dovuto versare a Prioni 20'162.18 franchi oltre agli interessi del 5% dal 21 novembre 2015 e al pagamento delle spese riperibili (800 franchi).

La svolta - Carvalho e Bacciarini si erano però resi irreperibili, cambiando spesso residenza. La svolta, sempre per mano di Unia, è avvenuta in questi ultimi mesi. «Rintracciata la signora Bacciarini e appurato che la stessa è nullatenente e nulla facente, Unia ha ottenuto l’attestato di carenza beni e richiesto alla Cassa di Compensazione di Bellinzona di sopperire allo scoperto. Quest'ultima ha prontamente assolto i suoi obblighi di legge».

Prioni ha visto finalmente trionfare la giustizia, e vuole esprimere gratitudine verso chi lo ha aiutato in questo percorso travagliato: «Mi sento di ringraziare di cuore tutto il sindacato Unia e in modo particolare il funzionario che si è adoperato per risolvere il mio problema, Marandola Daniele a cui va il mio personale riconoscimento e ringraziamento. Queste persone mi hanno riservato un trattamento ineccepibile e hanno svolto il loro lavoro con la giusta diligenza».

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