Il prossimo 6 febbraio il contratto collettivo per ingegneri e architetti sarà discusso dai lavoratori
BELLINZONA - Salari, ore lavorative settimanali e stage: sono questi i punti critici che il prossimo 6 febbraio molto probabilmente terranno banco nell’assemblea dei lavoratori sul contratto collettivo per gli ingegneri, gli architetti, i disegnatori e le professioni affini. Un CCL che è stato proposto dai datori di lavoro, ma che al momento non sembra mettere d’accordo tutti i lavoratori. Nel settore si constata infatti una certa scontentezza in particolare per le ore settimanali, che con il CCL passerebbero da quaranta a quarantacinque. Sul fronte dei salari, poi, non mancano i neolaureati che considerano come troppo basse le cifre previste dal contratto (si parla di uno stipendio di partenza di 50’000 franchi all’anno per chi esce da una scuola universitaria professionale, 55’000 per un diplomato all’Accademia di Mendrisio o al Politecnico). Per quanto riguarda gli stage, è probabile che l’assemblea intenda introdurre dei limiti di durata.
Ma i salari sono davvero troppo bassi? Non secondo l’Associazione studi d’ingegneria e di architettura ticinesi (ASIAT) che parla del CCL come di «un grande successo». Come ci spiega il presidente , l’architetto Luca Pagnamenta, «si viene incontro a una realtà che al momento presenta delle importanti discrepanze». In Ticino non mancano, infatti, architetti che prendono anche meno di duemila franchi al mese. La convenzione salariale si pone dunque in un settore che presenta retribuzioni agli estremi. «Quella dell’architetto è una professione poco protetta e meno considerata di altre formazioni a livello accademico» afferma ancora Pagnamenta, sottolineando: «È da due anni che lavoriamo a questo CCL, ma poi il tutto si riduce sempre ai salari».
Se il prossimo 6 febbraio i lavoratori approveranno il CCL, l’incarto passerà nelle mani del Cantone e poi di Berna. Il contratto potrebbe poi entrare in vigore il 1. gennaio 2018.