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CANTONE / ZURIGOIl Ticino visto come un «Laboratorio politico della destra svizzera»

20.12.16 - 17:40
E' con questa definizione che Bilanz dedica al nostro cantone la sua copertina
Il Ticino visto come un «Laboratorio politico della destra svizzera»
E' con questa definizione che Bilanz dedica al nostro cantone la sua copertina

ZURIGO - Bilanz dedica la copertina al Ticino. Cantone, il nostro, che viene addirittura elevato a «laboratorio politico della destra». A tutta pagina si vede la cartina, disegnata con colori dal rosa pallido al granata, raffigurante un Ticino circondato da un muro, simbolo di una regione che, confrontato con la presenza di una forza lavoro a buon mercato e istruita, cerca di proteggersi da dumping salariale e dal deterioramento della qualità di vita e delle condizioni di lavoro.

Una lotta che si è tradotta, nel corso di questi ultimi anni, in decisioni politiche votate dal popolo messe in evidenza dalla rivista economica appartenente al gigante editoriale elvetico-tedesco Ringier Axel Springer. Le più significative ricordate da Bilanz sono: «Prima i nostri», «Salario minimo», «divieto del burqa». Ma non solo. «Il cantone del sud (dallo sfrenato populismo, si legge nel sottotitolo) è il migliore indicatore dello sviluppo futuro», sostiene la rivista che, nella sua edizione online, propone al lettore la foto di una Morcote incantevole, il cui riflesso sulle acque del Ceresio, non lascia indifferenti.

Nell'articolo l'articolista spiega come il Ticino abbia fatto da apripista a tematiche che sono poi approdate all'attenzione della Berna federale. E lo fa citando il presidente della camera di commercio ticinese, Luca Albertoni che, dopo essere stato deriso dai suoi colleghi svizzero tedeschi e romandi sui fatti politici che avevano risonanza mediatica a livello nazionale, ora può dire: «Adesso non ridono più».

Il Ticino, infatti, ha vissuto già quello che sta per accadere nel resto della Svizzera. Non solo per quanto riguarda «Prima i nostri», ma anche «l'estratto del casellario giudiziale per i frontalieri», «il salario minimo» e la «crisi della piazza finanziaria», senza scordare la protesta antielitaria e il turismo degli acquisti.

Il Ticino è quindi definito «un buon sismografo per l'evoluzione futura, una laboratorio attraverso il quale si possono osservare in anticipo i cambiamenti». E la rivista Bilanz consiglia implicitamente il resto della Svizzera a non sottovalutare i segnali che arrivano dal nostro cantone anche perché, come ha dichiarato la consigliera nazionale Marina Carobbio citata dalla rivista svizzero tedesca, «il Ticino e il resto della Svizzera si stanno allontanando sempre più. Il disinteresse è reciproco».

Nell'articolo viene coinvolto anche Tito Tettamanti, che non ha fatto altro che ricordare la posizione geografica di un Ticino «giardino di Milano», affacciato su una terra, la Lombardia, che conta 10 milioni di persone. E del rapporto difficile con l'Italia che, da quando è scoppiata la crisi del 2008, sta vivendo un periodo di congiuntura economica difficile, con una disoccupazione galoppante e un'esplosione di numero di frontalieri. «Il Ticino è diventato il più grande datore di lavoro della Lombardia».

Uno scettiscismo e una situazione di disagio crescente in Ticino, che si traduce puntualmente in votazioni controcorrente rispetto al resto della Svizzera: «No allo SEE», «No ai bilaterali I, a Schengen/Dublino e all'estensione della libera circolazione ai nuovi paesi membri dell'Ue».

E dopo la fine dell'establishment PLRT, è arrivata la Lega, che oggi riesce ancora a giocare il ruolo della Lega di lotta e di governo. Anche se, ultimamente, le due anime pare non vadano più così d'accordo.

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