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LUGANOTuristi: non scelgono per il burqa, ma per il prezzo e le lenzuola

15.12.16 - 14:09
Il 2016 è stato un anno positivo per il turismo nel Luganese, intanto la guerra dei letti si gioca con i big data
Tipress
L'effetto burqa non sembra aver avuto conseguenze negative: né sui pernottamente né sui social.
L'effetto burqa non sembra aver avuto conseguenze negative: né sui pernottamente né sui social.
Turisti: non scelgono per il burqa, ma per il prezzo e le lenzuola
Il 2016 è stato un anno positivo per il turismo nel Luganese, intanto la guerra dei letti si gioca con i big data

LUGANO - Instagram, Facebook, Tripadvisor. Sentiment, influencer e big data. No, non è un corso di inglese per startupper: ma è ciò di cui si parla nel 2016 quando si vuole fare turismo. L’Ente Turistico del Luganese (Etl), in un incontro con la stampa, ha presentato i dati dell’anno in corso. Dati, per una volta, rosei. Da gennaio a ottobre i pernottamenti nel Luganese sono saliti del 2,3% (a novembre si misura addirittura un +7,1%). Alberghi e comuni della regione hanno fatto il pieno di riconoscimenti e tra due settimane arriverà anche il toccasana di Ticino Ticket.

«Aspetti che prenoto online» - Ma ciò che è chiaro è che la partita del turismo si gioca sempre più su un altro campo, un campo per molti del tutto nuovo e che fa vittime eccellenti, coloro che non riescono a stare attaccati al treno della modernità e a intercettare esigenze e pretese dei turisti moderni. Il settore ha cambiato le regole del gioco e lo spiega bene un aneddoto raccontato da Lorenzo Pianezzi, presidente di Hotelleriesuisse Ticino: «Stavo mostrando l’albergo a una famiglia e, nel frattempo, la moglie ha prenotato la stessa stanza su booking». È questo il fatto: se c’è ancora qualcuno che ha paura di usare la carta di credito online, c'è una nuova generazione di turisti che si fida più del proprio portale preferito piuttosto che della persona con cui sta parlando.

Big data - Ed è proprio per intercettare e comprendere questi nuovi viaggiatori che anche gli enti territoriali devono aggiornare i mezzi che usano. Un esempio? Da aprile 2015 Lugano Turismo acquista i servizi di Travel Appeal, azienda italiana con sede a Treviso specializzata nel raccogliere i big data che interessano i viaggi. Ma cosa sono questi big data? Tutto ciò che è reperibile in rete riguardo abitudini e sentimenti dei consumatori. Si va dalle recensioni su Tripadvisor, ai commenti su Facebook, dalle foto postate su Instagram, ai prezzi e alle promozioni più gettonate su booking, fino alle parole più ricercate su Google (è proprio notizia di questi giorni che, nel 2016, Lugano e Monte Tamaro hanno sbancato tra le ricerche in Svizzera).

Alla fine conta il letto - E cosa si scopre analizzando i big data? A dire la verità si scopre che per quanto si parli di millenial, i turisti del futuro non hanno gusti così differenti da quelli del passato. A muovere la reputazione di una località è soprattutto l’accoglienza, l’offerta turistica e la qualità delle strutture, spiega la direttrice marketing di Etl, Daniela Gugliotta Bagaian. Insomma, alla fine non c’è social che tenga: se le lenzuola sono sporche un albergo chiude. Poi c’è il prezzo, che sposta tantissimo: e, ci è stato confermato ancora oggi, i prezzi delle strutture ticinesi sono scesi sensibilmente e rimarranno a quei livelli per qualche anno.

Ma quale burqa? - E i grandi temi della politica? Durante tutta la campagna elettorale sull’iniziativa antiburqa si è parlato molto delle conseguenze che avrebbe avuto per il turismo. Pare nessuna, o quasi. Lo dimostrano i dati presentati dal direttore dell’Etl Alessandro Stella: tra il 2014 e il 2016 i turisti dai paesi arabi sono leggermente aumentati. Quest’anno, da gennaio a ottobre, superano di poco i 40mila pernottamenti. La conferma dell’ininfluenza del burqa arriva anche dai big data: «Abbiamo monitorato i sentimenti su Travel Appeal nei due mesi seguenti l’introduzione della legge e non abbiamo notato un effetto, come è confermato dai dati sui pernottamenti», conferma Gugliotta Bagaian. Analisi che è stata fatta anche in relazione al voto sulla Brexit e che, analogamente, non ha mostrato un influsso.

La paura - Tra i grandi temi, però, ce ne sono alcuni che il turismo lo plasmano effettivamente. Su tutti spicca la sicurezza. I dati positivi del turismo ticinese, secondo gli osservatori, sono anche legati al fatto che, come ha spiegato in modo colorito Pianezzi, «i turisti che vengono in Ticino sanno che poi tornano a casa». Il clima di paura legato al terrorismo è un evidente atout del nostro territorio.

Il franco - Sull’altro piatto della bilancia c’è invece la forza del franco. L’abbandono del tasso minimo di cambio con il franco si fa sempre più sentire, infatti nel 2015 molti avevano già prenotato e non hanno disdetto di fronte al cambiamento. Le prenotazioni del 2016, invece, sono state fatte già con il “nuovo franco” e l’effetto si sente: basti pensare che la crescita di regioni simili al Luganese, e al Ticino tutto, come Como o il Lago di Garda, in quest’anno registrano una crescita superiore al 20%, dieci volte tanto quella toccata a Lugano e dintorni.

 

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COMMENTI
 

Kahr 7 anni fa su tio
E magari l'abbattimento del prezzo del roaming e offrire il wifi gratuito potrebbe aiutare?

Bacaude 7 anni fa su tio
Nella seconda metà del XIX sec. svedesi e norvegesi erano visti negli States come noi ora, chi più chi meno, vede i rom. Erano sporchi poveri e affamati. Nelle vignette del Washington post del 1888 si può osservare come gli italiani venissero "SIC" dipinti come topi, stupratori, tutti col viso nero e i capelli afro, disegnati con il coltello tra i denti, pronti a sgozzare chiunque. Dediti solo alla criminalità. invitavano ad eliminarli in gabbia legate a barconi da far affondare... I protestanti svizzeri ai tempi di Kappel sostenevano di riconoscere un cattolico solo dalla puzza. Per loro i cattolici non lavoravano, rubavano, erano corrotti e il Papa era il demonio. Che dire poi delle dissertazioni sulla feccia cinese che avrebbe rovesciato il modo di vivere della cara vecchia America. Sorvolo sullo schiavismo e sull'eccidio dei pellirossa accusati di ogni nefandezza. Nulla di tutto questo è mai successo in secoli. Religioni abbandonate, vecchi modi di vivere abbandonati non appena sono arrivati istruzione, benessere e libertà. Eppure ancora avete bisogno di pregiudizi. Quando tra 50 anni non sarà successo proprio nulla qc prenderà il loro posto nel vostro cuore. Chissà magari gli indiani o i cinesi...

SosPettOso 7 anni fa su tio
Risposta a Bacaude
Quel che scrivi è tutto giusto però.. Però bisogna anche essere coscienti che l'immigrazione "selvaggia" crea squilibri come la ghettizzazione. Pratiche ormai abbandonate nei paesi d'origine vengono spesso perpetuate da emigranti che conservano i loro valori tradizionali. In Inghilterra ed in Germania si parla di Sharia ed in Svizzera l'escissione del clitoride resta un tabù...

Meno 7 anni fa su tio
Risposta a SosPettOso
Una forte immigrazione crea ghettizzazione, ma non è una scoperta di oggi, lo è stato anche in passato con gli italiani (vedi Lamone che potrebbe essere chiamata Mesoraca City). Tutti si ghettizzano e noi non siamo immuni. Va vedere nelle città universitarie d'oltralpe.... i ticinesi tendono a stare e frequentare solo ticinesi...

SosPettOso 7 anni fa su tio
Risposta a Meno
Lo so. Gli Amish d'America sono i "veri svizzeri di una volta"...

Cleofe 7 anni fa su tio
tutto quello che riguarda l'anti "mussulmanizzazione " e' benvenuto !

Lonely Cat 7 anni fa su tio
Risposta a Cleofe
Concordo! Forza Trump! :))
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