Cerca e trova immobili

CANOBBIO/MILANOMoutaharrik bandito dall'aula: «È pregiudizio, vogliamo un altro giudice»

28.11.16 - 16:52
L'imputato deve partecipare al processo in videoconferenza perché ritenuto pericoloso. La difesa: «Il giudice ha un pregiudizio»
Polizia di Stato
Il kick boxer si allenava in una palestra di Canobbio.
Il kick boxer si allenava in una palestra di Canobbio.
Moutaharrik bandito dall'aula: «È pregiudizio, vogliamo un altro giudice»
L'imputato deve partecipare al processo in videoconferenza perché ritenuto pericoloso. La difesa: «Il giudice ha un pregiudizio»

La difesa di Abdrerrahim Moutaharrik va all'attacco nel processo milanese in cui il pugile che si allenava a Canobbio è accusato di terrorismo internazionale. Il suo legale Sandro Clementi ha presentato stamattina un'istanza attraverso la quale ricusa il giudice Alessandra Simion perché ha definito il campione svizzero di muay thai «presumibilmente appartenente all'Isis». Parole messe nero su bianco dal magistrato nel respingere la richiesta dei suoi legali di farlo partecipare alle udienze in aula.

Giudizio anticipato - Il giudice aveva stabilito che per «ragioni di sicurezza» il presunto aspirante martire di Allah può asssitere al processo solo in videoconferenza dal carcere sardo dove è detenuto da aprile. E, per sottolineare la pericolosità del giovane marocchino, si era avvalsa dell'avverbio «presumibilmente» considerato dalla difesa «un'anticipazione della sentenza». «L'affermazione del giudice - si legge nell'istanza di ricusazione - tradisce ben più di una valutazione astratta ed ipotetica in ordine ai fatti per cui è a processo giungendo a un giudizio anticipato in merito alla responsabilità degli imputato. L'utilizzo della parola 'presumibilmente' non lascia alcun dubbio sul suo convincimento laddove l'unico significato di questa parola, unanimemente condiviso, è 'con ogni probabilità'». La ricusazione è stata firmata, con identitiche argomentazioni, anche dalla difesa di Salma Bencarki, la moglie dell'ex atleta. Con l'istanza, i difensori reclamano anche la sospensione del processo e la dichiarazione di inefficacia di tutti gli atti compiuti dal giudice Simion. Al suo posto, chiedono che a giudicare i due coniugi nel processo col rito abbreviato, che prevede lo sconto di un terzo della pena in caso di condanna, sia un altro magistrato.

Prossima udienza a febbraio - Toccherà alla Corte d'Appello di Milano decidere nei prossimi giorni se accogliere o respingere l'istanza di ricusazione. Un passaggio cruciale per il destino processuale di Moutharrik, della compagna e dell'altra marocchina a processo, Wafa Koraichi, che si erano opposti tutti al processo in videoconferenza. Per la prossima udienza fissata al primo febbraio in teoria l'accusa dovrebbe già formulare le richieste di condanna, ma se la mossa dei legali avesse successo si ricomincerebbe tutto daccapo con un nuovo giudice. 

 

 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE