Ogni anno si verificano 70.000 infezioni negli ospedali svizzeri. 2'000 delle quali risultano letali. Per combattere il problema è stato attuato un progetto che coinvolge 7 ospedali tra cui il Civico
LUGANO - Sono 70'000 le infezioni negli ospedali svizzeri ogni anno. 2'000 dei quali risultano letali. Per combattere questa piaga è stato attuato un progetto nazionale sulle infezioni delle vie urinarie, legate alla posa di un catetere vescicale e all’origine di uno dei maggiori gruppi di infezioni ospedaliere. Le altre sono quelle che coinvolgono le infezioni delle vie respiratorie associate a respirazione artificiale. Mentre infezioni meno frequenti, ma non per questo meno insidiose (ad esempio il Norovirus) hanno richiesto in passato la chiusura temporanea di reparti di degenza in ospedali svizzeri.
7 ospedali coinvolti tra cui il Civico - Al programma partecipano 7 ospedali, tra cui, in Ticino, l’Ente Ospedaliero Cantonale con la sua sede dell’Ospedale Civico di Lugano.
Complicanza più frequente - L’EOC si impegna infatti da anni nella prevenzione delle infezioni nosocomiali, che rappresentano la complicanza più frequente in ambito sanitario. Dalle infezioni del sito chirurgico, alle polmoniti associate a ventilatore o alle infezioni come quelle che possono accadere in emodialisi, l’EOC mette in atto le misure raccomandate per contenere e prevenire le infezioni.
Due aspetti principali - Le infezioni nosocomiali sono dovute principalmente a due aspetti. Il primo è legato al tipo di cure ricevute: una degenza lunga e cure complesse e invasive aumentano il rischio di sviluppare un’infezione. Il secondo riguarda la vulnerabilità del paziente: più è anziano, con deficit immunitario e malattie concomitanti e più alto è il rischio di infezione. Gli agenti patogeni possono essere trasmessi per contatto diretto fra le persone, tramite il catetere o altri oggetti contaminati.
5 reparti del Civico coinvolti - Il programma nazionale contro le infezioni da catetere vescicale, denominato progress! Sicurezza nel cateterismo vescicale, è condotto dalla Fondazione per la sicurezza dei pazienti svizzera in collaborazione con il Centro nazionale per la prevenzione delle infezioni SwissNOSO. Vi partecipano i reparti di urologia, nefrologia, cure intense, chirurgia e medicina dell’Ospedale Civico di Lugano.
Dati di 1'444 pazienti ticinesi - Tra agosto e ottobre 2016 si è svolta la prima fase del programma, che ha richiesto il monitoraggio dei pazienti ricoverati per almeno due giorni in uno o più reparti coinvolti. Sono così stati raccolti e inviati in forma anonimizzata a SwissNOSO le informazioni riguardanti 1’444 pazienti. L’analisi di queste informazioni permetterà di stabilire la percentuale di pazienti sottoposti a cateterismo vescicale e soprattutto di comprendere l’incidenza di lesioni e infezioni causate da questa pratica di cura.
Paragoni con altri ospedali - I dati saranno paragonati con quelli degli altri ospedali partecipanti e serviranno per attuare, nel corso del 2017, azioni di formazione mirate. L’obiettivo del programma è quello di aumentare la sicurezza nel cateterismo vescicale, agendo sulla frequenza e sul tempo di posa nonché sulla formazione delle persone chiamate a gestirlo. Iniziato nel 2016, il programma terminerà nel 2018.
La sicurezza prima di tutto - Gli studi hanno dimostrato che tra il 20 e il 50% delle infezioni nosocomiali possono essere evitate adottando misure di prevenzione e sorveglianze mirate. Tramite attività di formazione continua sui principi dell’igiene ospedaliera, l’esecuzione di audit mirati (ad esempio sulla corretta igiene delle mani) e l’adesione a programmi e monitoraggi nazionali, l’EOC mette al centro delle proprie attenzioni il tema della prevenzione delle infezioni nosocomiali, con una visione a 360 gradi, che contempla le infezioni più frequenti ma anche quelle più sporadiche, con particolare attenzione ai reparti ad alto rischio.