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LUGANOL'EOC in prima linea contro le infezioni nosocomiali

16.11.16 - 14:27
Ogni anno si verificano 70.000 infezioni negli ospedali svizzeri. 2'000 delle quali risultano letali. Per combattere il problema è stato attuato un progetto che coinvolge 7 ospedali tra cui il Civico
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L'EOC in prima linea contro le infezioni nosocomiali
Ogni anno si verificano 70.000 infezioni negli ospedali svizzeri. 2'000 delle quali risultano letali. Per combattere il problema è stato attuato un progetto che coinvolge 7 ospedali tra cui il Civico

LUGANO - Sono 70'000 le infezioni negli ospedali svizzeri ogni anno. 2'000 dei quali risultano letali. Per combattere questa piaga è stato attuato un progetto nazionale sulle infezioni delle vie urinarie, legate alla posa di un catetere vescicale e all’origine di uno dei maggiori gruppi di infezioni ospedaliere. Le altre sono quelle che coinvolgono le infezioni delle vie respiratorie associate a respirazione artificiale. Mentre infezioni meno frequenti, ma non per questo meno insidiose (ad esempio il Norovirus) hanno richiesto in passato la chiusura temporanea di reparti di degenza in ospedali svizzeri. 

7 ospedali coinvolti tra cui il Civico - Al programma partecipano 7 ospedali, tra cui, in Ticino, l’Ente Ospedaliero Cantonale con la sua sede dell’Ospedale Civico di Lugano.

Complicanza più frequente - L’EOC si impegna infatti da anni nella prevenzione delle infezioni nosocomiali, che rappresentano la complicanza più frequente in ambito sanitario. Dalle infezioni del sito chirurgico, alle polmoniti associate a ventilatore o alle infezioni come quelle che possono accadere in emodialisi, l’EOC mette in atto le misure raccomandate per contenere e prevenire le infezioni.

Due aspetti principali - Le infezioni nosocomiali sono dovute principalmente a due aspetti. Il primo è legato al tipo di cure ricevute: una degenza lunga e cure complesse e invasive aumentano il rischio di sviluppare un’infezione. Il secondo riguarda la vulnerabilità del paziente: più è anziano, con deficit immunitario e malattie concomitanti e più alto è il rischio di infezione. Gli agenti patogeni possono essere trasmessi per contatto diretto fra le persone, tramite il catetere o altri oggetti contaminati.

5 reparti del Civico coinvolti - Il programma nazionale contro le infezioni da catetere vescicale, denominato progress! Sicurezza nel cateterismo vescicale, è condotto dalla Fondazione per la sicurezza dei pazienti svizzera in collaborazione con il Centro nazionale per la prevenzione delle infezioni SwissNOSO. Vi partecipano i reparti di urologia, nefrologia, cure intense, chirurgia e medicina dell’Ospedale Civico di Lugano.

Dati di 1'444 pazienti ticinesi -  Tra agosto e ottobre 2016 si è svolta la prima fase del programma, che ha richiesto il monitoraggio dei pazienti ricoverati per almeno due giorni in uno o più reparti coinvolti. Sono così stati raccolti e inviati in forma anonimizzata a SwissNOSO le informazioni riguardanti 1’444 pazienti. L’analisi di queste informazioni permetterà di stabilire la percentuale di pazienti sottoposti a cateterismo vescicale e soprattutto di comprendere l’incidenza di lesioni e infezioni causate da questa pratica di cura.

Paragoni con altri ospedali - I dati saranno paragonati con quelli degli altri ospedali partecipanti e serviranno per attuare, nel corso del 2017, azioni di formazione mirate. L’obiettivo del programma è quello di aumentare la sicurezza nel cateterismo vescicale, agendo sulla frequenza e sul tempo di posa nonché sulla formazione delle persone chiamate a gestirlo. Iniziato nel 2016, il programma terminerà nel 2018.

La sicurezza prima di tutto - Gli studi hanno dimostrato che tra il 20 e il 50% delle infezioni nosocomiali possono essere evitate adottando misure di prevenzione e sorveglianze mirate. Tramite attività di formazione continua sui principi dell’igiene ospedaliera, l’esecuzione di audit mirati (ad esempio sulla corretta igiene delle mani) e l’adesione a programmi e monitoraggi nazionali, l’EOC mette al centro delle proprie attenzioni il tema della prevenzione delle infezioni nosocomiali, con una visione a 360 gradi, che contempla le infezioni più frequenti ma anche quelle più sporadiche, con particolare attenzione ai reparti ad alto rischio.

 

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COMMENTI
 

comp61 7 anni fa su tio
se non vai in ospedale muori, se ci vai muori.

siska 7 anni fa su tio
Eh già, ggià ggià!... qualche anno fa ho dovuto ricoverare mia madre per un problema neurologico di media entità poi risolto con adeguate cure ma nel frattempo l'avevano "posteggiata provvisoriamente in una camera in compagnia di una povera signora con l'herpes. Risultato= l'ho portata a casa sua con il cosiddetto fuoco di san antonio che in definitiva é una forma di herpes. Ci sono voluti ca. 2 mesi per far in modo che il "buchino" aperto sulla schiena si richiudesse totalmente! E nüm a pagum!

Thor61 7 anni fa su tio
In pratica per coloro che vanno a trovare i ricoverati c'è il rischio di infettarso o peggio morire, di questo ne ero già al corrente, ma questi numeri di cui non ero a conoscenza fanno paura, almeno 5 morti al giorno e 190 ammalati mi sembrano moltissimi, tenuto presente che si presume che prima di entrare in ospedale erano persone sane.
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