Tio.ch ha visitato la prigione per minorenni di Pramont (Vs) dove vengono inviati i ragazzi problematici dal Ticino
SIERRE - La strada scivola lungo il Rodano, sullo sfondo le vigne di Sierre. Da Lugano il viaggio è lungo, ma i giovani detenuti ticinesi non hanno scelta. Nel nostro Cantone non esistono carceri per minorenni. Devono venire fin qui. “Delocalizzati” nel Centro educativo chiuso (Cep) di Pramont, sperduto tra i meleti del Vallese.
Lista d'attesa - Per arrivarci impieghiamo 4 ore d'auto. La stessa strada potrebbe percorrere a breve un minorenne condannato nelle scorse settimane per reati contro il patrimonio, in Ticino. Il caso non è finito sui giornali. Come nemmeno gli altri 7 ragazzi ticinesi che, dal 2005 a oggi, hanno varcato le mura sorvegliatissime di Pramont.
«Misure rigorose» - «Da noi arrivano i casi più problematici» spiega il direttore del Cef, Alexandre Comby. «Le misure di sicurezza sono rigorose quanto quelle per la privacy». Il centro ha ospitato finora due minorenni condannati per omicidio in Ticino: nessuna notizia è filtrata all'esterno. «In questi casi - spiega il Magitrato dei minorenni di Lugano, Reto Medici- la discrezione è necessaria per non complicare ulteriormente le cose». Nonostante ciò 20 minuti ha potuto visitare la struttura (vedi le immagini a fianco) e quello che abbiamo trovato dietro i metal-detector e le porte blindate, è il carcere che non ti aspetti. Una palestra, campi da calcetto, un mini-maneggio; Playstation in camera, sala da biliardo. Nella falegnameria c'è una barca a vela in costruzione. Nell'autofficina, una Ford Mustang da riparare.
Polemiche sui costi - «Nei nostri laboratori i ragazzi seguono percorsi personalizzati di inserimento lavorativo, che sfociano in stages in azienda – spiega Comby – ognuno di loro è seguito da un team multidisciplinare educativo. I costi finanziari di strutture come questa (4 in tutta la Svizzera) sono stati oggetto di polemiche in passato. Famoso il caso di Carlos, il 18enne beneficiario di un costoso programma (29mila franchi al mese) di presa a carico di cui si è molto parlato anche in Ticino. I risultati valgono la spesa? Le statistiche dicono di sì. «La percentuale di recidiva dei minorenni nel nostro paese è del 40%, in Germania e Francia del 90-95%» sottolinea Medici.
Uno su sette - Dei 7 detenuti ticinesi, solo uno ha commesso reati minori una volta uscito da Pramont. Quattro di loro hanno conseguito un attestato federale di capacità. «Oggi lavorano, fanno una vita normale» conclude Medici. Comby: «I ticinesi? Non hanno mai causato problemi. Alcuni si rifiutano di esprimersi in francese, all'inizio. Ma dopo tre mesi lo parlano alla perfezione. Ed escono di qui parlando una lingua nazionale in più».