Aumentano le spese per l'aiuto sociale. In Ticino esse sono superiori alla media
BELLINZONA - I dati che riguardano l'aiuto sociale confermano una situazione sempre più difficile per sempre più ticinesi. La povertà e l'esclusione sociale stanno riguardando sempre più persone in Ticino. Martedì scorso l'Ufficio federale di statistica ha pubblicato i dati riguardanti l'aiuto sociale per il 2014, che mostrano un incremento delle prestazioni sociali del 4,9% rispetto al 2013, con un devoluto di Confederazione, Cantoni e Comuni di circa 7,9 miliardi di franchi. Il 60% è stato destinato per le prestazioni complementari all'AVS, mentre il 33% è da imputare all'aiuto sociale diretto.
Il Partito socialista sottolinea, attraverso una nota diramata venerdì mattina, come la situazione in Ticino sia ancora più inquietante rispetto alla media Svizzera. Infatti, se l'importo medio per le prestazioni sociali in Svizzera è di 922 franchi, in Ticino è di oltre 1.000 franchi. Dati preoccupanti anche quelli riguardanti l'aiuto sociale diretto: in Svizzera - si legge nella nota - la prestazione media per beneficiario è di 9.880 franchi, in Ticino di 10.463 franchi.
«Questi dati - scrive il PS Ticino - dimostrano che nel nostro Cantone ci sono dei bisogni imperativi in seno alla popolazione più debole che, se non fossero colmati attraverso l’aiuto dello Stato, spingerebbero moltissime persone in una situazione di durissima precarietà». Il PS Ticino quindi, «vista la situazione, ritiene ancora più pertinente la sua opposizione nei confronti ai tagli previsti della cosiddetta «manovra di rientro», decisi dalla maggioranza di destra del Gran Consiglio».
Secondo il PS, «la riduzione delle prestazioni sociali, degli assegni familiari e i tagli ai sussidi per i premi di Cassa malati metteranno in seria difficoltà il ceto più fragile della popolazione».
Il PS Ticino ribadisce «il suo impegno nella raccolta delle firme e invita la popolazione a sottoscrivere i referendum contro lo smantellamento dello Stato sociale, oltre che contro l’indebolimento della giustizia causato dalla riduzione da 4 a 3 dei giudici dei provvedimenti coercitivi. Solo così, conclude il PS - infatti, si potrà impedire che ancora più persone vengano spinte nella più dura precarietà e che la qualità della nostra giustizia subisca un pericoloso attacco».