Fabio Regazzi, consigliere nazionale PPD e presidente di AITI, nella sua allocuzione ha ribadito la sua opposizione alla tassa di collegamento giudicata «di stampo statalista e illiberale»
CHIASSO - Nella giornata in cui si festeggia la nascita della Confederazione Svizzera, il Consigliere nazionale Fabio Regazzi, oltre ad avere ricordato l'importanza del valore dell'alleanza confederale per la difesa «della libertà e la democrazia, l'indipendenza e la pace, in uno spirito di solidarietà e di apertura al mondo», ha voluto ribadire la sua opposizione alla tassa di collegamento, entrata in vigore proprio oggi.
Regazzi, che ha tenuto la sua allocuzione a Chiasso, cittadina di un Mendrisiotto particolarmente toccato dalla problematica del traffico, ha definito la tassa di collegamento «un'imposta che chiama alla cassa lavoratori e consumatori senza contropartita».
In questa giornata di festa il presidente degli industriali ticinesi si è espresso su una tassa che ha fatto scorrere fiumi di inchiostro in queste ultime settimane. Secondo lui «l’equazione tassa di collegamento = meno traffico è sbagliata e illusoria!»
«Il lavoratore- consumatore - ha dichiarato Regazzi - pagherà la tassa ma il traffico non diminuirà, e quel che è peggio lo Stato non avrà fatto i compiti. Da un lato ci tassa chiedendoci di lasciare a casa l’auto, dall’altro non offre le necessarie alternative che ho già citato: park and ride nei pressi delle stazioni del treno, anche oltre confine, o sviluppare una rete di trasporti pubblici che soddisfi anche quelle regioni densamente popolate da imprese e lavoratori da dove oggi il trasporto pubblico è quasi del tutto assente».
Regazzi, se da un lato si dice disponibile a collaborare con le autorità per trovare soluzioni utili per risolvere la problematica del traffico, dall'altra ribadisce la sua volontà di battersi contro questa «deriva di stampo statalista e illiberale. «Per questo motivo in qualità di presidente dell’Associazione Industrie ticinesi - ha continuato il consigliere nazionale PPD - mi sono opposto alla tassa, ribadendo nel contempo la nostra disponibilità a collaborare con le autorità cantonali e a fare la nostra parte per contribuire a trovare soluzioni praticabili ed efficaci. Se invece lo scopo è – come in questo caso – solo quello di fare cassa noi non ci stiamo e ci batteremo sempre per contrastare questa e altre derive di stampo statalista e illiberale».