Il Consiglio federale ha bocciato la proposta contenuta nella mozione presentata da Lorenzo Quadri
BERNA - No a una tassa di entrata in Svizzera per i frontalieri. Il Consiglio federale boccia una proposta in tal senso contenuta in una mozione di Lorenzo Quadri (Lega/TI), che suggerisce questo sistema per tutelare il mercato del lavoro locale e coprire i costi sociali, economici, ambientali e infrastrutturali generati dal fenomeno.
In Ticino i frontalieri, oltre ad essere fonte di problemi sul mercato del lavoro, usufruiscono di prestazioni finanziate dal contribuente elvetico e causano alla collettività costi che non sono poi chiamati a coprire, rileva Quadri nel suo intervento parlamentare. Il deputato ticinese porta alcuni esempi, come l'usura della rete viaria cantonale, i danni all'economia generati dagli ingorghi e i rifiuti solidi urbani, la cui raccolta e smaltimento è a carico della popolazione residente.
Nel suo parere pubblicato oggi, il Consiglio federale rileva che i costi generati dai frontalieri per la gestione dell'infrastruttura devono essere ripartiti equamente tra entrambi gli Stati. È pertanto importante "prevedere e mantenere regole speciali per la categoria dei frontalieri in materia di imposizione diretta dei lavoratori non residenti in Svizzera". Tali regole - annota l'esecutivo - figurano già negli accordi di doppia imposizione o in accordi speciali.
Una tassa d'entrata - conclude il governo - penalizzerebbe i cittadini dell'UE/AELS sul mercato del lavoro svizzero e comporterebbe una disparità di trattamento tra frontalieri e lavoratori residenti in Svizzera. Questa misura sarebbe inoltre contraria alle pertinenti disposizioni dell'Accordo sulla libera circolazione delle persone.