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CANTONEDonne in picnic a Castelgrande per la parità salariale

13.06.16 - 15:01
Il ritrovo, che si terrà domani tra le 12.00 e le 14.00 a Bellinzona, è organizzato dal Gruppo donne dell’Unione sindacale svizzera Ticino e Moesa
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Donne in picnic a Castelgrande per la parità salariale
Il ritrovo, che si terrà domani tra le 12.00 e le 14.00 a Bellinzona, è organizzato dal Gruppo donne dell’Unione sindacale svizzera Ticino e Moesa

BELLINZONA - Un picnic a Castelgrande per ribadire la parità salariale delle donne. È quanto organizzano domani a Bellinzona, tra le 12.00 e le 14.00, il Gruppo donne dell’Unione sindacale svizzera Ticino e Moesa. Quella di domani è una data importante per la parità tra donne e uomini. Il 2016 è un anno di anniversari. A 20 anni dall'introduzione della legge federale sulla parità dei sessi, le discriminazioni sul posto di lavoro e nella vita sociale e politica delle donne restano molte anche nel nostro Paese.

A fronte di un 15.4% di differenza salariale accertato, il Consiglio nazionale ha lanciato ora quello che viene ritenuto «un ulteriore oltraggioso segnale alle donne», decidendo di stralciare dal programma legislativo la revisione della legge. «Un progetto timido che avrebbe però permesso di effettuare dei controlli salariali».

Il Gruppo donne dell'USS sottolinea come in Ticino la deregolamentazione dei rapporti di lavoro stia forzando un altro limite. «Esso si manifesta sotto forma di smantellamento delle garanzie date dalla politica sociale e del lavoro, sfumando le differenze tra lavoro indipendente e normale lavoro dipendente».

La globalizzazione ha determinato una nuova organizzazione del lavoro che richiede estrema flessibiltà. «Essatocca direttamente la tipologia dei rapporti di lavoro (assunzioni, durata del rapporto di lavoro, natura del vincolo tra datore o datrice di lavoro e dipendente), gli orari e la retribuzione».

E nel suo nome si stanno rinegoziando le nuove regole del mercato e dell’organizzazione del lavoro e pure la posizione dei lavoratori e delle lavoratrici. «Essi sono sempre più confrontati con la necessità di conciliare i tempi destinati alla famiglia e al lavoro. Il concetto di flessibilità rischia però di degenerare nel concetto di precariato quando intervengono fattori di instabilità come la mancanza di continuità nella partecipazione al mercato del lavoro e la mancanza di un reddito adeguato».

Il Gruppo donne dell'USS specifica come la situazione sul mercato del lavoro in termini di parità tra i generi sia lungi dall’essere soddisfacente in Svizzera, ma lo è ancora meno in Ticino, dove si registra il più alto tasso di discriminazione salariale delle donne nel Paese. «Sebbene venga riconosciuta l’importanza delle competenze femminili, le imprese ticinesi continuano ad essere organizzate in modo prettamente maschile e/o in modo molto tradizionalista, precludendo spesso agli uomini il ricorso al tempo parziale qualificato per meglio conciliare famiglia e lavoro».

«Le persistenti discriminazione di cui soffrono le donne dimostrano – se mai ce ne fosse ancora bisogno - che il mercato è incapace di autoregolamentarsi. In un mercato del lavoro dove la concorrenza è spietata e dove l’unica regola è l’assenza di regole le donne si trovano esposte in prima persona, pagando spesso un prezzo altissimo».

 

 

 

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