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STABIOBirrificio Ticinese, la denuncia dell'ex dipendente: «Mi hanno preso in giro»

08.06.16 - 08:00
Dopo la chiusura in gennaio A. ha continuato a lavorare nella struttura, anche sotto la nuova dirigenza. Ora, dopo 10 anni, non è stato confermato. Motivo? È poco qualificato
tipress
Birrificio Ticinese, la denuncia dell'ex dipendente: «Mi hanno preso in giro»
Dopo la chiusura in gennaio A. ha continuato a lavorare nella struttura, anche sotto la nuova dirigenza. Ora, dopo 10 anni, non è stato confermato. Motivo? È poco qualificato

STABIO - I lavori per la ripresa della produzione presso il Birrificio Ticinese San Martino di Stabio volgono al termine. Grazie all'intervento della Schützengarten SA (storico produttore con sede a San Gallo) il birrificio, che sarà inaugurato ufficialmente il 16 di giugno, non morirà. Sono 5 i nuovi posti di lavoro (dei circa 9/10 preesistenti) negli impianti di produzione che, tecnicamente fermi dallo scorso 4 gennaio, hanno continuato a lavorare per esaurire le scorte e saldare parte dei debiti accumulati dalla vecchia gestione.Anche grazie ad A.*, ex responsabile imbottigliamento ed etichettamento, nel birrificio da 10 anni.

Non riassunto perché “sprovvisto delle qualifiche necessarie” - A., ad oggi, non è tra i 5 dipendenti assunti. Nonostante abbia collaborato con la nuova società proprietaria fino al 26 di maggio. Ufficialmente la sua posizione non ha potuto essere riconfermata perché «sprovvisto delle qualifiche necessarie». Ma l'ex dipendente non contesta questa giustificazione, quanto l'atteggiamento che la nuova società avrebbe avuto nei suoi confronti. «Sono stato un punto di riferimento per il Birrificio, nel quale ho lavorato per 10 anni - sottolinea -. Tant'è che la dirigenza si è avvalsa delle mie conoscenze tecniche e dei miei contatti per ripartire. A maggio ho fatto 76,5 ore lavorative».  

Tutto sembrava andare per il meglio. Poi… - Tutto sembrava andare per il verso giusto per A. Diversi messaggi ricevuti dalla nuova direzione dimostravano il proposito di riassumere l'ex dipendente. Il 12 marzo, in particolare, il nuovo responsabile chiedeva all’ex dipendente i suoi dati completi per il contratto di lavoro e, nei giorni seguenti, gli scriveva: «Grazie mille per il colloquio, saremo una bella squadra!».

«Ci sentivamo di continuo, mi chiedeva informazioni circa l'Ufficio esecuzione e fallimenti, per l'inventario, per avere i nomi dei fornitori - racconta A. -. Mi ha chiamato per aiutarlo nel Birrificio fino al 26 maggio».

Qualcosa cambia - Dopo quella data il responsabile non si fa vivo. «Provo a contattarlo. Mi scrive su Whatsapp per dirmi che possono assumere una seconda persona in produzione, che però deve avere una formazione nel campo della birra (A. non ha un diploma di birraio). In pratica venivo tagliato fuori. Con un messaggio. Ho provato a contattarlo e sono stato rifiutato più volte. Che dire, mi sono sentito sfruttato e preso in giro». La sua frustrazione è tangibile: «Ho rifiutato un altro posto di lavoro in questi mesi convinto che avrei riavuto il mio. Ed ora mi trovo disoccupato con una moglie e un figlio da mantenere». A., che si è già rivolto ai sindacati, trova discutibile la giustificazione fornita dal birrificio: «Dieci anni a fare birra non contano nulla? E comunque non mi sono mai tirato indietro per seguire un corso di formazione».

«Mai fornito garanzie a nessun dipendente» - Contattato al telefono Rolf Burkhard, nuovo responsabile del Birrificio San Martino, contesta le recriminazioni mosse dall'ex dipendente. «La nuova proprietà non ha mai fornito garanzie di riassunzione a nessun collaboratore». Determinanti, invece, si confermano essere state le qualifiche dei candidati. «Ho preso contatto con l'URC di Chiasso per poter dare la precedenza a personale residente in Ticino. Questo contatto si è concretizzato in un contratto di lavoro per una collaboratrice d'ufficio e, dopo lunghe ricerche è stato possibile assumere un secondo birraio, di origini ticinesi, che ha maturato la sua esperienza negli USA e che da poco è rientrato in Svizzera».

Nonostante i 10 anni d'esperienza e la residenza in Ticino, A. «non ha le qualifiche necessarie per poter essere impiegato». Burkhard tiene a una precisazione: «Non abbiamo sostituito l'ex dipendente con un frontaliere. Anche per gli artigiani ed i fornitori ci rivolgiamo esclusivamente ad aziende Ticinesi. Il personale deve però rispondere a precisi requisiti, che il signor A. non ha».

*nome noto alla redazione. 

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