Troppi litigi tra chi lavora nei campi e chi vi pedala, la Camera cantonale dell’agricoltura chiede aiuto al Governo
BIASCA - C’è chi le chiama strade agricole e c’è chi li chiama percorsi ciclabili. Peccato, però, che la striscia d’asfalto sia una sola. A fine aprile si è tenuta a Biasca la Camera cantonale dell’agricoltura, dove uno dei temi scottanti è stato proprio il rapporto con chi tra i campi non lavora, ma trova svago. «Molti colleghi si lamentano di questa situazione», spiega Roberto Aerni, presidenti dell’Unione contadini ticinesi. «Eravamo e siamo favorevoli alle piste ciclabili, ma c’è un problema di convivenza. Buona parte dei ciclisti quando vede la pista ciclabile pensa di avere la priorità, ma dimenticano che queste strade dalla notte dei tempi sono degli agricoltori».
«Situazioni spiacevoli» - Ma cosa succede tra i campi? «È comune incontrare dei ciclisti che non ti danno strada o dover aspettare a lungo perché passi una famiglia con bambini», continua Aerni. «A me è capitato che una persona con i pattini si mettesse davanti al trattore con le mani sul cofano per non lasciarmi passare». Può capitare, poi, che la situazione sfugga di mano: «Purtroppo a volte succedono situazioni spiacevoli, come in tutti i lavori se c’è un po’ di stress possono volare parole che non andrebbero dette». Ecco quindi che gli agricoltori chiedono al Cantone che vengano sostituiti i cartelli, scrivendo “Strada agricola, ciclisti autorizzati”. «Bisogna sensibilizzare i ciclisti, a noi basta far sapere che le strade sono principalmente agricole».
«Abbiamo gli stessi diritti» - Se i contadini si lamentano con l’associazione di categoria, i ciclisti fanno lo stesso. «Anche i ciclisti trovano questa convivenza difficile», conferma Marco Vitali di Pro Velo Ticino. «Riceviamo frequenti segnalazioni di ciclisti che lamentano la situazione». Dal sellino, il punto di vista è chiaramente diverso. «I trattori sono ingombranti, occupano l'intera carreggiata e non corrono rischi mettendo le ruote sull'erba. Dovrebbero garantire ai ciclisti lo spazio per passare senza comportarsi in modo arrogante, tenendo anche conto che c’è un utente più debole con i loro stessi diritti». Insomma, sembra difficile trovare un punto d’incontro. «Bisognerà sedersi attorno a un tavolo per trovare un modo di convivere», afferma Vitali. E, aggiunge, molti tratti prima di essere trasformati in ciclabili erano aperti al traffico motorizzato: «Penso che gli agricoltori ricordino quando dovevano spostarsi per far passare le automobili». E sono ancora molti gli automobilisti che, incuranti dei divieti, continuano a percorrere queste strade per aggirare gli ingorghi.
Attenzione: le feci dei cani uccidono i vitelli - Un’altra risoluzione della Camera cantonale dell’agricoltura riguarda la convivenza con la società civile: quella riguardante il littering. Chi lavora nel primo settore lamenta un aumento dei rifiuti nei campi. «C’è sempre più sporcizia ai bordi delle strade», spiega Roberto Aerni. Ecco perché gli agricoltori chiedono di sensibilizzare ancora maggiormente la popolazione, in particolare i proprietari dei cani. Infatti, pochi lo sanno, ma gli escrementi canini sono pericolosissimi per l’allevamento. «Lo sterco del cane trasmette un protozoo che causa la neosporosi, una malattia che provoca l’aborto bei bovini», avverte Aerni.