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«Così ho ridato vita al villaggio fantasma»

CEVIO«Così ho ridato vita al villaggio fantasma»

06.05.16 - 08:31
Fino a 20 anni fa il suggestivo borgo di “La Presa” era completamente nascosto dalla boscaglia. L’architetto Germano Mattei l’ha riportato alla luce
tio.ch
«Così ho ridato vita al villaggio fantasma»
Fino a 20 anni fa il suggestivo borgo di “La Presa” era completamente nascosto dalla boscaglia. L’architetto Germano Mattei l’ha riportato alla luce

CEVIO - Una cappella, un campanile, due case torri, una fornace, tanti ruderi. Un villaggio fantasma che torna alla luce, dopo oltre 400 anni di oblio. È il nucleo di “La Presa”, su territorio di Bignasco (Cevio), in fondo alla Valle Bavona. A ridargli vita, dopo un lavoro ventennale, è l’architetto Germano Mattei. «Tutte le volte che andavo a Robiei - dice -, guardando dalla funivia, vedevo quel campanile che sbucava dalla boscaglia. E così mi sono incuriosito, appassionato alla causa».

Pazza idea - Mattei, oggi 64enne, ha lavorato a lungo per la Fondazione Valle Bavona. Ed è proprio in questo ambito che, a metà degli anni ’90, lancia la sua idea: recuperare l’affascinante borgo situato a circa 1000 metri sopra il livello del mare. «All’epoca stavamo portando avanti un programma di recupero per i terreni agricoli. Anche questo progetto, a cui hanno partecipato la SUPSI e le aziende forestali, rientrava in una simile casistica».

Popolo in fuga - Ed è una storia curiosa, quella di “La Presa”. Suggestiva. «Il villaggio è nato verso il 1300. Lo si capisce anche da una trave del campanile, risalente al 1366. Possiamo ipotizzare che nel nucleo abitassero tra le 50 e le 60 persone, probabilmente tutte dedite all’agricoltura. Gente che aveva cercato rifugio nella zona, fuggendo da chissà quali peripezie».

La paura delle frane - Tra il 1550 e l’inizio del 1600, la svolta. Alluvioni. Frane. E la paura. «Sappiamo che in quel periodo ci sono stati gravi problemi metereologici. Sui pendii sopra “La Presa” si era verificato un grosso scoscendimento. La gente, per lo spavento, ha abbandonato il villaggio, scendendo più a valle e iniziando a costruire il paesino di San Carlo. È in quegli anni che la Bavona ha cominciato a essere vista come una valle di transumanza». 

Case che parlano - Dopo due decenni di lavoro, l’opera di recupero di “La Presa” è praticamente conclusa. «Adesso ci tocca solo mantenere il villaggio in buono stato. Penso di avere reso un bel servizio alla mia terra. Ci sono diverse persone che vengono dalla Svizzera tedesca per vedere “La Presa”. È un villaggio che parla, che ci racconta qualcosa del nostro passato». 

Spazi angusti - Particolarmente interessanti sono le due case torri, strutturate su tre piani. Dalla cantina alla camera, passando per la piccola cucina. Spazi angusti in cui vivevano almeno 3 o 4 persone. «Chiaro, si tratta di una storia che ricostruisci soprattutto per sensazioni e per passaparola. La documentazione cartacea in merito è parecchio scarna». 

Tesori nascosti - Quello di “La Presa” è solo uno dei tanti tesori nascosti sparsi per la Svizzera italiana. «Ce ne sono un po’ ovunque. Ad esempio in Valle Verzasca. Solo che nella maggior parte dei casi nessuno li recupera. E così restano immersi nella vegetazione. “La Presa” è dunque una piacevole eccezione. E oggi lo posso dire: abbiamo fatto tanta fatica, ma ne valeva proprio la pena».   

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COMMENTI
 

Tiger 7 anni fa su tio
Gran bel lavoro!! Complimenti!

FioreDiCampo 7 anni fa su tio
Complimenti e Grazie!! Presto andrò a farmi una bella passeggiata nel verde e nel passato!

geiger 7 anni fa su tio
Bravo..ottima cosa..... ora un bel sussidio per una fermata mezzi pubblici neh?? (battutina..... :).....)

Vicious 7 anni fa su tio
Tanto di cappello...tutti i ruderi sui nostri monti dovrebbero poter essere recuperati invece la politica miope e assurda preferisce lasciarli cadere a pezzi e morire cosi' che la nostra storia lentamente sparisce....perché non far pulire e recuperere questi posti dai richiedenti d'asilo e disoccupati?...

SosPettOso 7 anni fa su tio
Risposta a Vicious
Certo che l'attuale foga nel voler istituire parchi nazionali (park Adula e del locarnese) non aiuta. Probabilmente tagliare piante per liberare rustici come questi sarà già proibito. Se poi ci aggiungiamo che la politica oggi vorrebbe demolire rustici ristrutturati con domanda di costruzione...

Vicious 7 anni fa su tio
Risposta a SosPettOso
il problema é vedere i rustici come semplici case di vacanza invece che costruzioni di importanza storica da preservare,fossero visti e legislati come memoria storica avrebbero senza alcun problema il loro posto anche nei parchi nazionali a mio avviso,anche perché sono costruzioni pre esistenti non costruzioni nuove che andrebbero ad intaccare un parco e comunque con le leggi vigenti non si possono snaturare quindi dove stà il problema,almeno esternamente un Rustico rimarrebbe comunque un rustico...il mio anche se riattato é tale e quale a 100 anni orsono...io non sono contro i parchi ma contro chi vuole far cadere a pezzi la nostra memoria storica...noi non abbiamo cattedrali e anfiteatri...sono loro i nostri anfiteatri

lo spiaggiato 7 anni fa su tio
Risposta a SosPettOso
Ma, ora che mi viene in mente... il famoso rustico abusivo in val pontirone è stato abbattuto o no?

Kahr 7 anni fa su tio
Pronto ad ospitare una comunità di profughi?

pardo54 7 anni fa su tio
Risposta a Kahr
È proprio vero che l'ignoranza riempie gli Oceani
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