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VALLE DI MUGGIOLa Dispensa rischia di morire

01.04.16 - 20:02
In Valle di Muggio i due unici spacci rischiano la chiusura. Il presidente della cooperativa, Guerino Piffaretti: «Lotterò fin che potrò. Non siamo né un museo né una valle dormitorio»
La Dispensa rischia di morire
In Valle di Muggio i due unici spacci rischiano la chiusura. Il presidente della cooperativa, Guerino Piffaretti: «Lotterò fin che potrò. Non siamo né un museo né una valle dormitorio»

MUGGIO - Ha una grande voglia di lottare e di resistere. Guerino Piffaretti non si arrende. «E' una vita che abito qui e andrò avanti finché potrò», ci dice il presidente della cooperativa La Dispensa, che gestisce i due negozi di Caneggio e Muggio la cui esistenza è a rischio. «Anche loro fanno fatica a far quadrare i conti», si leggeva nel comunicato pubblicato ieri nella rubrica "Ospite" (leggi qui) e diramato nei giorni scorsi. Una crisi comune a molti piccoli spacci di paese, ma che in valle fa ancora più rumore. Piffaretti, nonostante tutti gli sforzi per mantenere in vita i due punti vendita, non nasconde la sua preoccupazione. Gli affari sono in calo e i primi mesi del 2016 non lasciano ben sperare. «Il nostro assortimento comprende quasi 1000 articoli. E non sono pochi. Abbiamo cercato di valorizzare i prodotti della valle, mettendo in vendita articoli locali, come per esempio le farine e i formaggi, ma tutto questo pare non basti più», ha continuato Piffaretti, che a Scudellate gestisce l'unica osteria del paese e si occupa anche dell'ostello («sono volontario, non ci guadagno niente», ha voluto precisare).

La Dispensa dà lavoro a 15 persone della valle - Il suo appello è rivolto a tutti gli abitanti della Valle di Muggio: «Acquistate in paese». Il suo intento è di far capire l'importanza sociale ed occupazionale di questa attività in una valle che vuole fare di tutto per non diventare uno dei tanti musei a cielo aperto utili soltanto ai nostalgici dei tempi che furono. «La nostra cooperativa conta 400 associati, e dà lavoro a sette commesse a tempo parziale, tutte residenti in valle. Nell'amministrazione siamo in otto. Il giro d'affari è di un milione di franchi all'anno e non è poco. Ma ciò richiede molto impegno per gestire la contabilità ed amministrare l'attività».

In valle sta cambiando la mentalità - Tutto l'impegno profuso dal 73enne e dai suoi colleghi pare non basti più. «Come detto siamo in 400 associati. Se soltanto 200 di noi facessimo un po' di spesa nei nostri due negozi saremmo ricchi. Basterebbe qualche franco. Il nostro scopo non è il lucro, vogliamo solo rendere un servizio alla comunità e riuscire a coprire le spese», commenta Piffaretti. Secondo lui l'origine di questa crisi non sarebbe soltanto da addebitare ai grandi supermercati, «che si stanno facendo una guerra dei prezzi senza esclusione di colpi». Dietro a questo calo di vendite, vi sarebbe una disaffezione, un cambiamento di mentalità che sta modificando nel profondo l'identità della valle. «Il nostro problema sta nel fatto che sono i giovani a non acquistare», dice un Piffaretti sconsolato. «Non hanno la mentalità della valle, non la vivono, non danno importanza a ciò che offre loro, come le attività che cerchiamo di portare avanti con grande impegno, tra cui servizi importanti come quello postale».

Una comunità, non un dormitorio - Per il presidente de La Dispensa, infatti, la valle non deve essere considerata né un museo né un dormitorio. Secondo lui essa deve essere vissuta perché questa è innanzitutto una comunità che deve essere rispettata nei suoi ritmi, nelle sue consuetudini. Una realtà diversa, ma che si deve confrontare e si confronta quotidianamente con il mondo che cambia. Invece, la sensazione descritta da Piffaretti, è che in Valle di Muggio, ma non solo in quella valle, i giovani ci vengano a vivere un po' per moda, un po' perché alla ricerca di pace e quiete per i propri figli, ma nulla più. Giovani che mantengono mentalità e abitudini cittadine-borghesi che escludono la possibilità di inserimento nel tessuto sociale di un territorio differente, ma diventato periferia di un'urbanizzazione che ormai non conosce più confini e fagocita e omologa tutto. «A me sembra che i giovani non diano importanza a questi aspetti di funzione sociale di queste attività, soprattutto per gli anziani, che hanno più difficoltà a spostarsi», continua Piffaretti, ricordando anche il servizio a domicilio proprio voluto per andare incontro alla terza età. E allora bisogna fare in modo che la sensibilità nei confronti di queste realtà sia maggiore. «Quando aveva chiuso la cooperativa lavoravamo bene. Ma i tempi sono cambiati. L'ufficio del turismo ci invita a non mollare, a non chiudere l'osteria a Scudellate. Tutti ci dicono di non chiudere i negozi. Ma poi, alla fine, ci troviamo a dover lottare per sopravvivere. Ma non solo da noi. Anche a Castel San Pietro, Brusino, Coldrerio e tante altre realtà simili stanno attraversando le stesse difficoltà».

Un po' più valligiani, un po' più provviste - La speranza, comunque, è l'ultima a morire. «Abbiamo appena terminato un progetto di collaborazione con l'ente turistico per inserire la valle nell'itinerario del Grand Tour of Switzerland. I turisti lo notiamo, sono interessati a quello che facciamo. E' chi abita qui a non partecipare. Io amo la mia valle e faccio tutto questo per l'amore di questo territorio. Il mio auspicio è che chi viene qui viva con una mentalità un po' valligiana. E faccia un po' di provviste da noi».

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