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GIUBIASCOLa bimba è "sparita" all'estero: «Colpa della scuola»

29.02.16 - 09:39
La piccola Chiara, 7 anni, manca all'appello da... un anno. È partita un'indagine sulla famiglia
Le scuole elementari di Giubiasco, frequentate dalla bambina sino a febbraio scorso (foto Tipress).
La bimba è "sparita" all'estero: «Colpa della scuola»
La piccola Chiara, 7 anni, manca all'appello da... un anno. È partita un'indagine sulla famiglia

GIUBIASCO - Chiara* è una bambina di 7 anni. Da esattamente un anno i suoi (ex) compagni di classe, alle elementari di Giubiasco, non hanno notizie di lei. Sparita. Era fine febbraio: la maestra ha segnato “assente” sul registro, da allora nessuna notizia. «Incomprensioni tra i genitori e la direzione della scuola» dicono voci di corridoio. Ma il destino dell'alunna rimane un'incognita. I genitori, raggiunti al telefono da tio.ch/20minuti, spiegano di trovarsi in una non meglio precisata località «all’estero» assieme alla bambina la quale, aggiungono, «per un anno intero non ha frequentato una scuola» e sarebbe stata istruita in casa.

Le accuse (reciproche) - La situazione è delicata: la legge ticinese prevede per tutti i bambini l’obbligo/diritto a una scolarizzazione regolare. Lo "homeschooling", la formazione a domicilio negli anni della scuola dell'obbligo, in Ticino non è consentita (atrove invece sì). La bambina - che è cittadina svizzera, anche se ha trascorso i primi anni della sua vita all’estero - sarebbe stata portata fuori Cantone dai familiari proprio a seguito di problemi scolastici. I genitori attribuiscono la responsabilità dell’interruzione degli studi alla direzione delle elementari di Giubiasco: il trattamento ricevuto dalla bimba in classe sarebbe stato «insoddisfacente», sostengono, e puntano il dito contro l'istituto. La scuola, dal canto suo, ha segnalato il caso all’Autorità regionale di protezione che a sua volta ha sporto denuncia al Ministero pubblico. L’accusa nei confronti dei genitori è di “inadempienze pedagogiche”: il procedimento è stato archiviato con un non luogo a procedere, ma il Comune tramite l’Autorità di protezione locale ha aperto un’indagine socio-familiare sul caso, che rimane aperta.

I genitori: «Noi presi di mira» - Da noi contattato, il Municipio risponde di non potere entrare nel merito. Quanto ai genitori, di riportare la figlia in Ticino (e quindi sottoporsi all'indagine familiare) non vogliono saperne. Dicono di sentirsi «aggrediti in modo ingiustificato dalle autorità» e di stare valutando la possibilità di chiedere i danni alla scuola. Quel che è sicuro è che, finora, a farne le spese è stato il percorso formativo della piccola.  

Due casi all'anno - In Ticino sono rarissimi i casi di minorenni “descolarizzati” dai genitori: dal Decs fanno sapere che i bambini sotto i 15 anni che interrompono il percorso scolastico (per motivi non di salute) non superano i due-tre casi l’anno. «La causa in genere è la partenza dei genitori per l’estero» spiega Francesco Vanetta del Decs: «Per questo è molto difficile verificare se l’alunno nel paese di destinazione frequenterà una scuola o meno». 

*nome noto alla redazione

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