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CANTONE«Federcommercio, giù la maschera!»

02.02.16 - 20:00
Il Consiglio Direttivo OCST si rivolge alla grande distribuzione e ricorda: "Non c'è legge senza CCL"
«Federcommercio, giù la maschera!»
Il Consiglio Direttivo OCST si rivolge alla grande distribuzione e ricorda: "Non c'è legge senza CCL"

LUGANO - "Federcommercio, diteci cosa volete fare". E' questo l'appello giunto dal consiglio Direttivo dell'OCST riunitosi martedì sera a Lugano.

Il 28 febbraio si avvicina e in Ticino il referendum sull'apertura dei negozi sta tenendo banco. L'OCST, che sostiene l'impalcatura della nuova Legge, è ancora in attesa di una presa di posizione della Federcommercio in merito alla disponibilità di sedersi a un tavolo e stipulare un Contratto Collettivo nel settore della vendita. "La legge non entra in vigore fino a quando il Contratto Collettivo di Lavoro non è stato introdotto", ha ricordato Paolo Locatelli, responsabile settore della vendita per l'OCST. "La legge lo dice chiaramente: l'emendamento presentato dai nostri gran consiglieri, Gianni Guidicelli e Lorenzo Jelmini vincolano l'entrata in vigore della legge con la stipulazione di un CCL", ha aggiunto il sindacalista.

L'OCST ora non attende altro che «Federcommercio getti la maschera». «Una volta che ci sarà una chiara presa di posizione di Federcommercio, metteremo le quattro trazioni», ha dichiarato Locatelli.

In una presa di posizione diramata martedì, l'OCST denuncia pubblicamente la situazione del personale di vendita che - si legge nella nota - «si confronta ogni giorno con inaccettabili condizioni quadro: il dumping salariale (da tre anni, è in vigore un Contratto normale di lavoro per i negozi con meno di 10 addetti, a comprova della strisciante e perdurante esistenza della pressione sui salari), la frammentazione dei tempi di lavoro (flessibilità e lavoro su chiamata) così come la forte presenza di contratti individuali a tempo parziale».

Alla luce di questa situazione, per l'OCST la nuova legge, che estende l'apertura serale dei negozi di 30 minuti e il prolungamento al sabato fino alle 18.30, non può non essere vincolata da un CCL.

«L’OCST pretende ora da parte della FederCommercio, ma in particolare dalla Disti, una chiara assunzione di responsabilità sul tema oggetto di votazione. Se affermasse di sostenere la nuova Legge con il retro-pensiero di annullare poi il legame con il CCL utilizzando le vie legali o impedendone la stipulazione, mancherebbe di rispetto al personale di vendita, al Parlamento cantonale e a chi si recherà al voto il prossimo 28 febbraio 2016. L’OCST chiede quindi che la FederCommercio esca finalmente allo scoperto dicendo con chiarezza quali sono i suoi intendimenti: il fallimento o la riuscita della soluzione
elaborata dal Parlamento cantonale è interamente nelle sue mani».

«Si rischia che il Tribunale federale annulli la norma e si ritorni dal punto di partenza. Rischieremmo così ancora uno stallo di 20 anni».

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