I motivi del "No" leghista in otto punti
LUGANO - L'accordo fiscale italo-svizzero va respinto. E' quanto sostiene la Lega dei Ticinesi, che "invita il Consiglio di Stato a decidere fin da subito il blocco dei ristorni dei frontalieri a tempo indeterminato, fino a quando non verrà raggiunto un accordo con l'Italia che tenga in considerazione anche gli interessi - legittimi - del nostro Cantone, ciò che attualmente è a dir poco dubbio".
La Lega è perplessa per i motivi così enumerati:
1) Erario ticinese: "i vantaggi per l’erario ticinese appaiono minimi se non addirittura inesistenti o negativi, soprattutto in considerazione del futuro incerto della decisione del Gran Consiglio di portare al 100% il moltiplicatore comunale per i frontalieri. In caso di decadenza di detta decisione, i Comuni resterebbero penalizzati".
2) Tassazione ordinaria dei frontalieri: il passaggio a questo ordinamento "comporta pesanti oneri amministrativi per il Cantone"
3) Pressione fiscale globale sui frontalieri al livello degli altri contribuenti residenti in Italia in funzione antidumping: "appare assai nebulosa, in particolare per quanto attiene alla tempistica. E’ infatti notorio, e ribadito anche dall’Italia, che da parte della Penisola non c’è interesse
politico – per quanto l’interesse economico ci sarebbe eccome – a concretizzare detto aumento in tempi ragionevoli (chi aumenta le imposte ai frontalieri ne risente poi pesantemente a livello elettorale)".
4) Ristorni dei frontalieri: Il Ticino riceve circa una sessantina di milioni annui. Con l'accordo "siamo lontanissimi da tale legittimo obiettivo".
5) Black list: Irrisolta la questione dell’accesso degli operatori svizzeri al mercato finanziario della Penisola.
6) 9 febbraio: "Inaccettabile la clausola ghigliottina italiana ghigliottina italiana in merito all’applicazione del voto del 9 febbraio da parte della Svizzera: essendo manifesto che l’Italia non ha, né può pretendere di avere, alcuna voce in capitolo, tale ingerenza va respinta immediatamente al mittente".
7) Trasporto pubblico: "trattasi delle consuete, fumose dichiarazioni d’intenti: ne sentiamo da anni e da anni non portano ad alcun risulta tangibile. Non c’è dunque alcun motivo per farvi fiducia ora".
8) Contributi sociali alle casse di Roma applicando le aliquote italiane su modello francese: Un ennesimo furto alle casse delle ditte ticinesi già martoriate dalla crisi e dalla concorrenza sleale dei padroncini.