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CANTONEPsicosi allarmi bomba. In Ticino sei casi. La Polizia: "Pronti per intervenire"

21.12.15 - 06:00
La cronaca internazionale ha creato un clima di allerta globale. "La Polizia cantonale prende in considerazione tutte le segnalazioni"
Rescue Media
Psicosi allarmi bomba. In Ticino sei casi. La Polizia: "Pronti per intervenire"
La cronaca internazionale ha creato un clima di allerta globale. "La Polizia cantonale prende in considerazione tutte le segnalazioni"

BELLINZONA - Fortunatamente si rivelano spesso infondati, ma gli allarmi bomba stanno aumentando in Europa, negli Stati Uniti e non solo. La Svizzera non è immune dal fenomeno: solo all’aeroporto di Ginevra ce ne sono stati 42 e anche il Ticino ha registrato ben sei interventi specifici nel 2015, rispetto a un 2014 privo di casi.

La segnalazione - Non deve diventare una psicosi, ma è importante richiedere un intervento se si ha un sospetto. Come si comporta la polizia in questi casi? “La valutazione oggettiva del pericolo varia a seconda delle circostanze - sottolinea il responsabile degli artificieri, il sergente maggiore capo Maurizio Terzi - non è comunque facile per l’utente capire quando segnalare o meno. La comunicazione deve avvenire quando si ha un sospetto di un pericolo legato all’oggetto ritrovato, al luogo sensibile o a un eventuale contesto di minaccia. Importante è non toccare mai l’oggetto sospetto, informare immediatamente la polizia e se possibile evitare che altre persone si avvicinino al pericolo”.

L’intervento - La Polizia cantonale, di principio, prende in considerazione tutti gli allarmi bomba ricevuti verificando la minaccia o la presenza di oggetti sospetti. “Viene isolato il luogo - spiega sergente maggiore capo Maurizio Terzi - vengono posati gli sbarramenti con un perimetro di sicurezza ed evacuate tutte le persone dal settore a rischio. Si ricercano poi le informazioni e si mette in atto il lavoro degli artificieri per la neutralizzazione”. In base alla tipologia e alle informazioni le procedure d’intervento possono variare leggermente. “Non vi sono grandi differenze se vi è la presenza della sola minaccia con un oggetto sconosciuto o dell’esplosivo. L’operatore ha a disposizione attrezzatura specialistica standard - tenuta di protezione per operatore, sistema di controllo a raggi x, sistemi di movimento a distanza, sistema di neutralizzazione con armi apposite - utilizzata a livello internazionale. La Polizia cantonale ticinese non dispone di un robot”.

Svizzera romanda - In Svizzera romanda, con la sua vicinanza alla Francia, le persone sono probabilmente più sensibili al tema. "I cittadini sono più attenti in seguito agli attentati di Parigi. Ci segnalano più spesso e più velocemente situazioni che sembrano sospette", ha spiegato Silvain Guillaume-Gentil, portavoce della cantonale, se è vero che il numero di chiamate è aumentato, gli artificieri non intervengono in automatico. "I casi sono spesso risolti rapidamente". Le operazioni del distaccamento NEDEX (Neutralizzazione Rilevamento Rimozione Ordigni Esplosivi), sono in aumento, ma non in maniera drammatica. Tra l'1 e il 13 novembre, data degli attentati di Parigi, sono intervenuti 8 volte. In seguito, per la seconda metà del mese, il loro intervento è stato richiesto per 13 volte.

Nel corso dell'anno gli sminatori romandi sono dovuti intervenire per ottantaquattro casi, sei in più rispetto allo scorso anno. La metà presso l'aeroporto di Ginevra. Questo aumento dipenderebbe dalla maggiore vigilanza dei cittadini, piuttosto che da minacce reali. La polizia vodese, dal canto suo, ha registrato una dozzina di interventi quest'anno. Il dato è stabile rispetto agli anni precedenti.

Il nostro post 13 novembre - Solo due giorni dopo gli attentati di Parigi anche il Ticino ha avuto il suo momento di panico. L'unico fino ad ora dopo quel maledetto 13 novembre. Per fortuna, la paura per il pacco sospetto in via Pelli a Lugano, il 15 di novembre, si è rivelata ingiustificata. Anche qui, in ogni caso, gli artificieri hanno fatto il loro lavoro e, con indosso la speciale tuta, hanno fatto brillare il pacco, rivelatosi poi vuoto.

La presenza del robot - L'attuale clima di ansia sicuramente non aiuta. E la presenza di un robot per lo sminamento, durante un'operazione, viene vista come la conferma che vi è un reale pericolo. In realtà, è uno strumento che viene quasi sempre utilizzato quando gli artificieri sono al lavoro. "Dobbiamo fugare ogni dubbio, ma anche proteggerci. Siamo pronti per ogni evenienza", spiega Jean-Marie Stutzmann, capo di NEDEX, che assicura che dal 13 di novembre "non abbiamo avuto a che fare con oggetti pericolosi per i cittadini".

Il "coltellino svizzero" dello sminamento - Controllato in remoto, il robot prima ispeziona il pacco sospetto attraverso la sua macchina fotografica, poi, con il braccio meccanico, è in grado di tagliare, segare o svitare l'oggetto. Infine può utilizzare il cannone, il "distruttore", per spruzzare un getto d'acqua ad altissima pressione in grado di smantellare il meccanismo di accensione o il timer di una bomba. Uno sminatore dotato di tuta protettiva interviene solo se non c'è altra soluzione. Se la neutralizzazione in loco non è possibile, il pacco sospetto viene quindi piazzato in un bidone blindato che la polizia farà esplodere in un luogo isolato.

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