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CAPRIASCAIl Bigorio chiede aiuto: "Non fateci morire"

01.12.15 - 15:44
In occasione dei 480 anni del convento di Santa Maria del Bigorio ci si interroga sul suo futuro e si cercano possibili soluzioni
Ticinonline/d.m.
Il Bigorio chiede aiuto: "Non fateci morire"
In occasione dei 480 anni del convento di Santa Maria del Bigorio ci si interroga sul suo futuro e si cercano possibili soluzioni

BIGORIO - Con gli echi ancora vivi nelle orecchie della triste sorte del Convento cappuccino di Lugano (che per mancanza di forze e fondi è stato chiuso nel 2014 dopo 316 anni di vita), il Convento di Santa Maria del Bigorio si interroga, non nascondendo un certo timore, sul suo futuro. Far quadrare i conti, è questo il cruccio principale del Convento “più antico e più bello della Svizzera”, come ammette con un certo orgoglio il suo direttore, Fra Roberto Pasotti.

E proprio per questa ragione, come anche quella di ricordare la ricorrenza dei 480 anni dalla fondazione del convento cappuccino, si sono riuniti oggi in conferenza, oltre al direttore Fra Roberto, anche Bruno Lepori (presidente di Lugano Turismo e presidente del comitato Associazione Amici del Bigorio), Gemma Fumasoli (membro degli amici del Bigorio) e Luciana Pedroia (bibliotecaria e responsabile della Biblioteca Salita dei Frati di Lugano). 

Un problema, quello del denaro, in parte risolto - Il convento ad oggi riesce a far fronte alle proprie necessità economiche grazie, da una parte al lavoro di Fra Roberto, riconosciuto artista autore di quadri e vetrate, ma anche ai corsi che qui vengono organizzati. “Ma Fra Roberto, oggi 81enne, non potrà provvedere in eterno al convento”, si è ripetuto più volte durante la conferenza.

Da qui la vocazione turistica e la ricerca di altre vie. Il Convento, oggi struttura aperta, nel 2015 ha accolto 103 gruppi (e per il 2016 è già quasi sold-out). Di questi circa la metà sono stati  gruppi per seminari residenziali, con pernottamento, gli altri hanno svolto seminari sull’arco della singola giornata.

Un luogo per lo Spirito - Ma come ricorda Fra Roberto il Convento del Bigorio è anche un luogo dotato di un singolare potere spirituale, evocativo, dove è possibile ritirarsi per qualche giorno (il costo è di 140 franchi per notte compresa colazione, pranzo e cena oltre al pernottamento) lontano dagli agi e le distrazioni del quotidiano, “un posto spartano, francescano”, sottolinea Fra Roberto.

Insomma, non sono solo più i religiosi a frequentare questo luogo e, anzi, sembra che il diventare luogo d’accoglienza per diverse tipologie di visitatori, sia la rinnovata vocazione della struttura.

Costi elevati di mantenimento, carenza di frati e l’Associazione Amici del Bigorio - Da una parte i costi nel mantenere in perfetto stato la struttura, dall’altra la continua diminuzione di vocazione alla vita religiosa dei frati cappuccini (oggi in Ticino ce ne sono solo 17, solo due nel Bigorio), ha portato nel 2011 alla costituzione dell’Associazione Amici del Bigorio. Attraverso l’adesione (l’offerta è di circa 50 franchi) il Convento riesce così a far fronte alle spese straordinarie. Un esempio: per la ristrutturazione delle finestra è stata messa a preventivo una spesa di circa 65mila franchi per il 2016.

Insomma, il contributo ticinese risulta fondamentale affinché il Convento, e i suoi 6 dipendenti, possano continuare ad avere un futuro. Fino ad ora gli iscritti all’Associazione Amici del Bigorio sono 1500, ma si conta su un aumento di questo numero, necessario per far sì che il convento sopravviva.

Eventi culturali - Ma il Bigorio, nella sua veste rinnovata, sapone come luogo di eventi culturali quali mostre e concerti. Di rilievo è il museo, con alcuni quadri di Antonio Petrini e alcuni pezzi provenienti dal convento di Lugano, e anche il dipinto della Madonna col Bambino (scampato miracolosamente all’incendio che nell’87 distrusse parzialmente il convento) nell’ancona dell’altare maggiore, attribuito a un pittore fiammingo, ma che sarà analizzato prossimamente da un esperto di storia dell’arte, il Prof. Stefano De Bosio, in quanto potrebbe essere opera di un nome importante (del quale, forse per scaramanzia, non viene fatta menzione). 

Di particolare valore culturale vi è pure la biblioteca, con circa 4700 volumi che vanno dal XV al XIX secolo, della cui catalogazione e valorizzazione digitale si sta occupando Luciana Pedroia in un lavoro, lungo e certosino, che dovrebbe terminare nel 2018.

Per conoscere il Convento da vicino - Per permettere di conoscere questo luogo altamente spirituale e deliziosamente collocato (visibile in parte nella nostra fotogallery), i Frati cappuccini e l’Associazione Amici del Bigorio terranno una mostra, il 5 dicembre 2015 alle 17, per celebrare i 480 ani della struttura e trovare, si spera, nuovi amici.

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COMMENTI
 

gabola 8 anni fa su tio
mi sarebbe piaciuto sposarmi li....ma mi è stata chiusa la porta in faccia....
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