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CANTONECollocamenti coatti, un migliaio i casi ticinesi

26.11.15 - 17:51
Presentato uno studio che illustra le caratteristiche di questo fenomeno
Collocamenti coatti, un migliaio i casi ticinesi
Presentato uno studio che illustra le caratteristiche di questo fenomeno

BELLINZONA - È stata presentata oggi a Bellinzona la ricerca preliminare condotta dall’Archivio di Stato sulle misure coercitive a scopo assistenziale e sul collocamento extrafamiliare nel Canton Ticino fra il 1900 e il 1981. La ricerca, condotta dalla storica Vanessa Bignasca, ha permesso di rilevare le principali disposizioni legislative che hanno retto oppure hanno influenzato le pratiche dell'internamento amministrativo e del collocamento extrafamiliare dei minorenni, nonché le procedure stabilite e i principali attori coinvolti.

Nello stilare un bilancio, gli autori osservano che "considerata l'ampiezza e la complessità del fenomeno del collocamento extrafamiliare, allo stadio attuale delle ricerche non è possibile effettuare un bilancio che includa osservazioni di tipo quantitativo e qualitativo, sulla scorta di quanto fatto per l'internamento amministrativo". In sostanza, però, sono stati circa un migliaio i casi in Ticino, e gli anni con una frequenza media più alta di episodi sono quelli dal 1960 al 1969.

Bignasca, nella ricerca, ha individuato gli ambiti d'azione legislativi. La legge sull'internamento degli alcolizzati e dei vagabondi, si evince dallo studio, ha disciplinato la pratica dell'internamento amministrativo dal 1929 al 1985, e mai ha subito alcuna revisione di rilievo. "È ipotizzabile che il vasto raggio d'azione abbia permesso al Dipartimento Interni di orientarne l'applicazione verso le diverse "categorie indesiderate" secondo le esigenze repressive emerse nel corso dei decenni, al contrario di altri Cantoni che, come Vaud e Friburgo, si sono progressivamente dotati di più leggi in materia, solitamente indirizzate verso particolari tipologie di individui (alcolizzati, malati psichici, prostitute, ad esempio)". 

Più leggi hanno disciplinato e influenzato la pratica del collocamento extrafamiliare. Con l'entrata in vigore del Codice Civile Svizzero, il collocamento nel 1912 è rientrato tra le misure di protezione nei confronti dei minorenni di competenza delle Delegazioni tutorie, gli organi amministrativi istituiti sul piano comunale, fulcro del sistema tutorio. "Relegato inizialmente a un ruolo di sorveglianza, lo Stato cantonale si dota progressivamente degli strumenti legislativi per intervenire nell'ambito della protezione dei minorenni, istituendo un progressivo controllo sulla pratica del collocamento extrafamiliare, in particolare dal secondo Dopoguerra e con la Legge sulla protezione della maternità e dell'infanzia del 1963".

L'indagine archivistica compiuta "evidenzia i fondi sui quali orientare le ricerche di materiale, per le quali è possibile esprimere un cauto ottimismo in considerazione dei primi positivi riscontri. Il lavoro sui dossier personali è fondamentale per uno studio approfondito finalizzato a una migliore comprensione di un'epoca e di procedure – quelle dell'internamento amministrativo e del collocamento extrafamiliare dei minori – che pongono ancora oggi numerosi interrogativi e perplessità".

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