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CANTONEDiminuzione dei fondi liberi per attività lavorative

17.11.15 - 11:07
Lo studio: costituiscono quasi il 18% della superficie edificabile destinata a questo scopo
tipress (archivio)
Diminuzione dei fondi liberi per attività lavorative
Lo studio: costituiscono quasi il 18% della superficie edificabile destinata a questo scopo

BELLINZONA - La disponibilità di terreni per l’insediamento di attività lavorative – artigianali, industriali e miste – è un fattore importante per lo sviluppo delle attività economiche nel nostro Cantone. Già nel 2010 l’Osservatorio dello sviluppo territoriale aveva condotto uno studio sul tema “Attività economiche e uso del suolo nel Cantone Ticino 2000-2010”.  Questa nuova indagine aggiorna il quadro sui fondi liberi all’interno delle zone per il lavoro.

Dai dati emerge che a livello cantonale i fondi liberi costituiscono quasi il 18% della superficie edificabile destinata alle attività lavorative. Alla scala regionale, la quota varia dal 16.1% del Luganese al 18.5% ca. delle altre regioni. Rispetto al 2010 vi è stata – com’era da attendersi – una diminuzione, pari a circa 2 punti percentuali su scala cantonale.

La diminuzione è stata più contenuta nelle regioni periferiche e più importante negli agglomerati. Nel Bellinzonese, per esempio, la quota di terreni liberi è passata dal 21.5 al 17.7%. Nelle Tre Valli invece dal 20 al 19.7%. L’indagine ha pure precisato questi dati distinguendo fra terreni liberi e terreni con rivestimento duro, vale a dire fondi occupati da posteggi, piazzali ecc. È importante precisare che l’analisi non ha invece considerato né i fondi sotto sfruttati né quelli con edifici dismessi, che costituiscono anch’essi una riserva importante.

Complessivamente la disponibilità di fondi per attività lavorative appare ancora relativamente buona, con differenze regionali o per spazi funzionali di una certa importanza. Lo studio fornisce un’ ulteriore base conoscitiva per i lavori in corso volti ad adattare il Piano direttore alle modifiche della Legge federale sulla pianificazione del territorio (entrate in vigore nel 2014) e all’elaborazione di una strategia congiunta tra sviluppo economico e sviluppo territoriale.

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