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LAMONE"Ho rischiato di morire nel Ceneri, ora mi tolgono il permesso B"

08.11.15 - 18:00
Storie di "esodati" di Alptransit. Una ventina fanno ricorso contro la revoca del permesso B
Foto Tipress
"Ho rischiato di morire nel Ceneri, ora mi tolgono il permesso B"
Storie di "esodati" di Alptransit. Una ventina fanno ricorso contro la revoca del permesso B

LAMONE - Fausto*, 35 anni, nel cantiere della galleria del Ceneri ci ha quasi lasciato le penne. Era gennaio 2013: un blocco di cemento da due quintali si stacca dal soffitto travolgendo lui e collega. Finiscono sui giornali. "Ce la siamo vista brutta – racconta – abbiamo rischiato la vita in questo cantiere, e adesso...". Adesso Fausto è senza impiego, licenziato assieme a una quarantina di ex colleghi (una trentina solo da ottobre a oggi).

Senza impiego né disoccupazione - È la normale transizione alla fase finale dei lavori del cantiere: quello che non è normale, è che da allora Fausto non percepisce stipendio né disoccupazione. Il Cantone, in una lettera, gliel’ha negata sostenendo che "il suo centro di interessi si trova in Calabria". Proprio così: Fausto è italiano, titolare di permesso B dal 2010, da allora risiede presso gli alloggi di Alptransit a Sigirino (dove vive tutt’ora). I familiari "vado a trovarli nel Mezzogiorno pochi giorni all’anno" spiega.
 
Permessi non rinnovati - Ma il 35enne non è solo in questo limbo. Gli “esodati di Alptransit” sarebbero almeno una ventina solo nel cantiere del Ceneri: operai arrivati 5 anni fa per lo più dal Sud Italia, a cui  il Dipartimento delle Istituzioni ha deciso non rinnovare il permesso B con la motivazione del "centro d’interessi all’estero". Peccato che "in Italia queste stesse persone si sono viste rifiutare la disoccupazione in quanto considerate, come in effetti sono, residenti in Svizzera" spiega Marco Rocca del sindacato Ocst, che segue una dozzina di casi. Altrettanti sarebbero in mano a Unia.

"Uno sfruttamento ingiusto" - In tutto sono una ventina, al momento, i ricorsi pendenti. Ma rischiano di esplodere: per gli inizi del 2016 sono previsti altri 30-40 licenziamenti sul cantiere. "Si tratta di  persone residenti con dei diritti, che pagano e hanno pagato le tasse come tutti, non si possono sfruttare finché servono e poi buttare via come scarpe vecchie" spiega Rocca. Ma la linea del Cantone sembra tracciata. 

* nome noto alla redazione  

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