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CANTONEContadini costretti al part-time: il reddito agricolo non basta più

05.11.15 - 06:06
Oggi giornata della pausa latte: consumi in calo e prezzi in ribasso mettono in ginocchio gli allevatori, obbligati a fare altri lavori per arrotondare
Contadini costretti al part-time: il reddito agricolo non basta più
Oggi giornata della pausa latte: consumi in calo e prezzi in ribasso mettono in ginocchio gli allevatori, obbligati a fare altri lavori per arrotondare

BELLINZONA - Se stamattina 350mila bambini riceveranno un bicchiere di latte per merenda, 12095 solo in Ticino ripartiti fra 114 differenti scuole, non sarà per mero ritorno d’immagine periodicamente reiterato. Come non lo è il rinnovato appello alle aziende ad aprire le loro porte al pubblico. È che le difficolta dell’agricoltura sono crescenti e inconfutabili, evidenti dentro ai numeri: e sensibilizzare la gente è ormai la via da battere per provare con fatica a uscirne.

Reddito complessivo: -10,9% - Solo nel 2015, conferma l’ufficio di statistica, il reddito del settore è sceso del 10,9%: 2,9 miliardi di franchi (-350 milioni). Tanto che è diventata prassi: i contadini sono costretti a svolgere professioni alternative per raggiungere un reddito sufficiente al sostentamento della famiglia. Un franco su 3 di quelli che arrivano in casa proviene da occupazioni terze: circa 26 300 franchi su una media di 94 100, per 8 ore almeno spese ogni settimana a lavorare fuori dalla propria azienda.

I guadagni si cercano lontano dalla fattoria - Macellai, falegnami, veterinari: "No, il Ticino non fa eccezione", si rammarica il presidente della Federazione ticinese produttori latte Nello Croce, giusto questo martedì a Berna a un convegno dove si sono presentate cifre impietose. Parla con cognizione di causa, visto che fra le ragioni principali del malessere, per questo 2015, c’è il prezzo del latte. "Abbiamo cominciato l’anno con una riduzione di 3 centesimi decisa dalla commissione, che certo non è andata a favore del consumatore. In Ticino si è passati da circa 65 a 62 centesimi, prezzo di consegna al trasformatore: al quale vanno tolti 8 centesimi di spese".

Si beve sempre meno latte - Da non sottovalutare poi il tasso di cambio, che ha aggravato una situazione congiunturale critica a causa della siccità, dunque del foraggio ridotto e di una produzione per questo diminuita. Il valore di mercato è così sceso al di sotto dei 2 miliardi di franchi, -14,6% rispetto al 2014: in una piazza dove, a onor del vero, la domanda è in costante e progressivo ribasso. In un biennio il consumo pro-capite è passato da 67,1 (2012) a 62,3 (2014) chilogrammi l’anno.

E le aziende chiudono: -929 in un anno - Facile dunque comprendere il motivo di un addio: nel 2012 le aziende erano 24 651, passate a 23 792 nel 2013 e 22 863 nel 2014. Non c’è da fare sforzi di fantasia: vuol dire che in un anno solo ne sono state chiuse 929 (-3,9%), per la maggioranza in pianura (630 contro 299 in montagna). Una volta ancora, Croce non prende le distanze. "Sicuro che confermo: va esattamente così anche in Ticino. Il reddito non basta più: un risultato al quale la politica agricola ha contribuito". Alcune imprese hanno convertito la produzione, altre si sono ingrandite prendendo le quote di chi ha lasciato: perché, comunque la si giri, la realtà è che il reddito di prima non basta proprio più.

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