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CANTONEBestie azzannate e scartoffie inutili fanno piangere gli allevatori

30.10.15 - 06:05
La transumanza è quasi terminata: c'è chi è triste per gli scarsi guadagni, chi si arrabbia per la burocrazia e chi conta gli animali mancanti. Il presidente dei contadini: "Lupo troppo protetto"
Foto Ti-Press Samuel Golay
Bestie azzannate e scartoffie inutili fanno piangere gli allevatori
La transumanza è quasi terminata: c'è chi è triste per gli scarsi guadagni, chi si arrabbia per la burocrazia e chi conta gli animali mancanti. Il presidente dei contadini: "Lupo troppo protetto"

GORDOLA - Scendono dalle strade di montagna in ordine sparso. Il rumore dei loro campanacci spezza il silenzio delle valli. Per le bestie ticinesi la transumanza è quasi terminata. Si torna in pianura e gli allevatori piangono. Per la burocrazia crescente, per gli scarsi guadagni, ma soprattutto perché quest'anno il lupo ha fatto razzie e sono a decine gli animali mancanti. Lo evidenzia Roberto Aerni, presidente dell'Unione Contadini Ticinesi. "Sono in particolare le pecore a essere sparite nel nulla. Questa protezione a oltranza del lupo finirà per scoraggiare parecchi allevatori".

Signor Aerni, si parla di un clima di grande sfiducia.
È così. Il problema è che le carcasse non vengono nemmeno ritrovate. Non possiamo neanche andare a lamentarci con autorità e assicurazioni. Mentre il WWF gioisce per il ritorno del lupo nelle valli ticinesi, parecchi allevatori stanno pensando di gettare la spugna. Soprattutto quelli piccoli. Ed è normale. Uno si chiede: 'ma chi me lo fa fare?' Parti con cento bestie e te ne ritornano la metà. E tu non puoi fare nulla. I danni ammontano a migliaia e migliaia di franchi.

Come si esce da questa situazione?
Noi continueremo a fare pressioni sulla politica. Forse quando verrà attaccato l'uomo, qualcuno si muoverà. Chissà.

Non è l'unico vostro grattacapo. Gli standard di qualità imposti dalla Confederazione sono sempre più elevati. E ora che riprende l'attività in pianura si fanno sentire.
Da quando Berna ci versa i contributi diretti, la politica federale pretende determinate prestazioni. Gli animali devono essere tenuti in un certo modo, le stalle devono essere strutturate secondo le direttive prestabilite, i bilanci aziendali vanno sempre esplicitati nel dettaglio. Insomma, le scartoffie sono tantissime.

Si stava meglio quando si stava peggio, ovvero senza sussidi?
No. I sussidi hanno salvato parecchie aziende agricole. Senza pagamenti diretti, oggi si chiude. Però la burocrazia deve diminuire. C'è troppa fiscalità.

Per chi alleva animali da latte l'inverno è un calvario.
Il latte viene pagato sempre meno agli allevatori. In inverno c'è un esubero di latte e quindi il prezzo cala ulteriormente.

Come sta, invece, chi alleva animali da carne?
Un pochino meglio. La carne bovina regge. Il prezzo della carne di maiale e degli ovini, invece, sta subendo un calo.

Da presidente dei contadini ticinesi, c'è qualcosa che la fa stare particolarmente male?
Sì. La continua diminuzione dei terreni. Si costruisce troppo. Molta terra vegetale, inoltre, finisce in discarica. In Ticino è in corso uno spreco enorme.

Il quadro che lei dipinge è inquietante. Ci sarà pure ancora qualcosa di positivo nell'agricoltura ticinese, o no?
Ma certo. C'è la passione di chi continua a lavorare al fronte. In Valle di Blenio e in Leventina ci sono giovani che si stanno mettendo in gioco e che non hanno paura di investire. Però poi c'è anche l'altro lato della medaglia. Ci sono zone disastrate, in cui i figli non seguono le orme dei padri, inseguendo al contrario un guadagno più facile in altri settori. Questo è un mestiere in cui devi avere una vocazione. E mai come oggi questa vocazione è messa a dura prova.

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