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CANTONEL'Ire? "Istituto che risponde alle logiche liberiste"

26.10.15 - 19:30
Così Enrico Borelli (UNIA). Giorgio Fonio (OCST): "L'assunzione del lavoratore frontaliere è molto spesso legato a fini speculativi"
L'Ire? "Istituto che risponde alle logiche liberiste"
Così Enrico Borelli (UNIA). Giorgio Fonio (OCST): "L'assunzione del lavoratore frontaliere è molto spesso legato a fini speculativi"

LUGANO - "Vivono in un mondo tutto loro, distante anni luce dalla realtà". "Bravi, nella loro torre d'avorio è facile fare gli idealisti e dipingere un mondo che non c'è". Sono soltanto due di alcune voci raccolte nei bar e tra gente comune in questo ultimo fine settimana in Ticino. Gente comune che alle conclusioni dello studio dell'IRE non crede. La percezione che si ha in Ticino è tutt'altra rispetto a quanto conclude l'Istituto di Ricerche Economiche dell'Usi. "La sostituzione c'è, eccome", ci ha raccontato Mario*, un lattoniere che dopo dieci anni di servizio per un'azienda ticinese, il Natale dello scorso anno, è stato licenziato. Al suo posto dei lavoratori frontalieri. Il problema è sempre lo stesso: il costo. Ora, il padre di famiglia 43enne si è dovuto reinventare per poter riuscire a vivere in un Ticino e in una Svizzera dove la vita è decisamente più cara rispetto ai vicini europei. In alcuni settori dell'economia ticinese le retribuzioni elargite non permettono di poter arrivare a fine mese senza l'aiuto del sostegno sociale.

Giorgio Fonio (OCST): "La mia esperienza è diversa rispetto alle conclusioni dell'IRE - "Il settore dei lattonieri è regolato da un Contratto Collettivo di Lavoro che prevede l'aumento dello stipendio con l'aumento degli anni di servizio e di esperienza - spiega Giorgio Fonio, sindacalista dell'OCST e gran consigliere PPD. "Purtroppo capita nel settore dell'edilizia che alcune ditte, per risparmiare, licenziano il personale con più esperienza e che quindi costano di più, per affidarsi a personale più giovane o meno formato". Il sindacalista che conosce bene la situazione nell'edilizia, parla poi del suo Mendrisiotto: "La pressione salariale nel Distretto è impressionante. Geograficamente siamo un imbuto, incuneato in una Lombardia che ha visto il suo tasso di disoccupazione esplodere negli ultimi anni. In Ticino, parallelamente, abbiamo assistito ad un aumento delle assunzioni dei lavoratori frontalieri. Da quanto constato sul terreno ogni giorno, la mia esperienza è diversa rispetto alle conclusioni dell'Ire. L'assunzione del lavoratore frontaliere è molto spesso legato a fini speculativi. Dire il contrario mi sembra perlomeno strano".

Enrico Borelli (UNIA): "Studio deficitario" - A fargli eco è Enrico Borelli, segretario regionale di Unia, che mette in dubbio la validità dello studio dell'Isituto dell'Usi. "Il sindacato non vuole mettere il bavaglio ai professori, ma secondo il nostro parere, lo studio è deficitario e in sostanza, non rispetta il mandato conferitogli. Nella prima parte, per esempio, manca un'analisi particolareggiata sui salari, così come manca una verifica sulla pressione data dalla disponibilità di poter assumere lavoratori frontalieri. Uscire con uno studio che indica che la scelta del lavoratore frontaliere è "casuale" è a dir poco fuorviante".

"IRE liberista" - Il sindacalista mette poi in evidenza una constatazione che riguarda la visione politica dell'IRE, che risponderebbe a quel liberismo in una Svizzera "dove la legislazione del lavoro non si è adeguata alle dinamiche riscontrate negli ultimi vent'anni". Un periodo che è corrisposto a tutta una serie di liberalizzazioni e di smantellamento delle misure messe in atto nel Secondo Dopo Guerra, volte a creare un equilibrio tra l'economia pubblica e quella privata con l'obiettivo di mettere così in atto una migliore distribuzione della ricchezza. "L'Ire può affermare e sostenere le proprie visioni, ma le nostre sono differenti dalle loro - ha continuato Borelli - L'Ire esprime nel suo studio una visione liberista. La situazione del mercato del lavoro è problematica. La pressione su tutto il mondo del lavoro e non solo salariale, è evidente. Questo perché in Ticino e in Svizzera la messa in concorrenza tra i lavoratori è sistematica e può avvenire grazie allo sfruttamento delle maglie larghe della legislazione del lavoro, che risulta molto carente".

La ricetta di Unia - Per mettere ordine a un mondo del lavoro sempre più selvaggio Unia propone le sue ricette: l'introduzione di minimi salariali "per evitare di retribuire salari arbitrari", i contratti collettivi di lavoro e la lotta agli abusi. Su quest'ultimo punto Borelli cita gli stages, una possibilità di assunzione a bassissimo costo sempre più sfruttato dalle aziende. "Questi trucchi impediscono lo sbocco professionale a molti lavoratori, giovani compresi."

*pseudonimo

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