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CANTONEPericoli naturali, il rischio zero non esiste

16.10.15 - 12:22
Presentato il Rapporto strategico elaborato dalla Commissione cantonale sui pericoli naturali del Dipartimento del territorio
Foto Ti-Press Gabriele Putzu
Pericoli naturali, il rischio zero non esiste
Presentato il Rapporto strategico elaborato dalla Commissione cantonale sui pericoli naturali del Dipartimento del territorio

MORCOTE - I tragici eventi dello scorso mese di novembre, ma non solo, hanno indotto la Commissione cantonale sui pericoli naturali del Dipartimento del territorio a redigere un Rapporto strategico sulla gestione dei pericoli naturali in Ticino.

La mano dell'uomo - Sono 110 i dissesti censiti nel Rapporto: si va dalla caduta sassi agli allagamenti, dall’esondazione dei laghi agli scivolamenti superficiali. Quest’ultima tipologia, che annovera i due eventi drammatici di Bombinasco e Davesco-Soragno, rappresenta statisticamente il 60% dei dissesti. In oltre la metà di questi ultimi casi l'uomo gioca un ruolo decisivo: "ad esempio il materiale coinvolto nel franamento si è rivelato di ripiena, manufatti di sostegno che non hanno tenuto (come nel caso di Davesco), sistemi di raccolta ed evacuazione delle acque non adeguati, pesanti modifiche morfologiche del terreno senza le dovute attenzioni alle condizioni naturali dei versanti (terrazzamenti a vigneti)".

Il rapporto, presentato questa mattina a Morcote, illustra gli eventi alluvionali dell'autunno 2014 attraverso una serie di valutazioni critiche, proponendo misure e accorgimenti per una gestione ottimale di questo importante settore. Gli eventi naturali catastrofici hanno accompagnato da sempre la storia del Canton Ticino, ma negli ultimi decenni la situazione è sensibilmente migliorata. La maggiore sicurezza è dovuta da una parte al continuo sforzo nel settore delle protezioni e delle premunizioni, "ma importanti passi avanti sono stati fatti anche nella prevenzione e nel controllo dei fenomeni naturali più estesi, ossia le valanghe, le piene e le grandi frane". 

Prevenzione fondamentale - La prevenzione è fondamentale: sono oltre 50 le stazioni di misura delle precipitazioni, dei livelli di corsi d’acqua e laghi, strumenti che consentono di seguire nel tempo l’evoluzione dell’evento e di definire soglie di preallarme e allarme. Analogamente sono 15 le stazioni nivometeorologiche che fanno da supporto alle decisioni del Gruppo cantonale valanghe e delle Commissioni locali valanghe, per la gestione delle emergenze invernali. Nel campo del monitoraggio delle frane, sono oltre 60 i dissesti monitorati in Ticino in collaborazione con gli enti locali (Comuni e Consorzi), 9 dei quali dotati di strumenti di controllo in continuo.

Carte dei pericoli - Dal 1990 il Dipartimento del territorio, con l’entrata in vigore della specifica Legge sui territori soggetti a pericoli naturali, elabora in modo sistematico le Carte dei pericoli, strumenti tecnici di base per un attento e corretto utilizzo del suolo, per la progettazione degli interventi di protezione e per l’allestimento dei piani di evacuazione. Tutti i Comuni dispongono di una Carta indicativa dei pericoli, sono 159 le Sezioni amministrative che dispongono di almeno una Carta di dettaglio delle zone di pericolo, in 53 Sezioni è attualmente in corso uno studio di accertamento o di aggiornamento delle zone di pericolo e in 39 Sezioni, sulla base delle attuali conoscenze, non sussistono pericoli di rilievo.

"In conclusione" rileva il Dipartimento del territorio "si può ritenere che il livello di sicurezza in Ticino si allinea allo standard svizzero, nel quale emerge che i pericoli naturali nel nostro territorio non incrementano, se non in misura minima, il rischio medio di decesso delle persone". Il rischio zero, ad ogni modo, non esiste.

Autunno 2014 - Lo scorso autunno (il bilancio è di quattro morti e alcuni milioni di franchi di danni), con i suoi eventi record, mostra "quanto sia importante un’attenta pianificazione della gestione delle emergenze, in particolare coinvolgendo gli enti locali e un’oculata gestione delle zone costruite ed edificate quale mezzo preventivo". Il Dipartimento del territorio proporrà nel corso delle prossime settimane delle proposte di modifica legislativa atte a favorire e promuovere il miglioramento nei diversi ambiti d’azione inerenti la protezione contro i pericoli naturali. "In particolare s’intende proseguire con la creazione delle commissioni locali di gestione dei pericoli, negli scorsi anni istituite soprattutto per i pericoli valangari, e promuovere la formazione degli “specialisti locali in pericoli naturali”, voluta dalla Confederazione".

Le misure - Si valutano pure la riorganizzazione delle risorse a disposizione dei servizi cantonali preposti. Entro la fine di dicembre, infine, tramite il sito web dell’Amministrazione cantonale, sarà possibile prendere visione dei Piani delle zone di pericolo conosciute a livello cantonale, nel dettaglio per singolo Comune e per singolo mappale situato nella zona edificabile. "Si tratta di un importante traguardo raggiunto proprio per garantire la più ampia informazione e trasparenza a favore del cittadino".

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