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CANTONEEnnesimo grido di allarme: "No alla demolizione dei rustici"

29.09.15 - 11:19
L'Associazione "cascine e stalle" invita il Consiglio di Stato a sospendere tutti gli ordini di demolizione
Ennesimo grido di allarme: "No alla demolizione dei rustici"
L'Associazione "cascine e stalle" invita il Consiglio di Stato a sospendere tutti gli ordini di demolizione

BELLINZONA - L’Associazione "cascine e stalle" ha scritto nuovamente al Consiglio di Stato invitandolo a sospendere tutti gli ordini di demolizione pendenti su costruzioni fuori zona e a entrare nel merito della proposta di “cascine e stalle”, che intende creare una sanatoria generale per gli abusi edilizi fuori zona, avvenuti, sempre secondo l'Associazione, con il tacito consenso di tutti gli ordini di autorità sull’arco di oltre un trentennio.

A tale scopo l’Associazione "cascine e stalle" ha richiamato l’attenzione del Governo, su precedenti scritti specifici dell’autunno del 2013 e sulla petizione sottoscritta da 4592 cittadini e consegnata alla Cancelleria cantonale nella primavera 2011.

L'Associazione denuncia inoltre la situazione del comune di Biasca, che definisce "assolutamente fuori controllo, tanto che l'abusivismo è tuttora pratica costante".

Il dettagliato dossier che illustra una serie di abusi in Val Pontirone, documento allestito nel 2008 all’indirizzo del Tribunale cantonale amministrativo per segnalare la grave disparità di trattamento messa in atto dal Municipio di Biasca, è ora sul tavolo dell’avvocato Christoph De Quervain. Funzionario che, come verificato di recente da “cascine e stalle”, è in attesa che si dia avvio alle demolizioni, partendo dal rustico ormai più famoso della Svizzera (quello dell'Alpe di Scengio in Val Pontirone), dopo che il Gran Consiglio ha avallato il ricatto di Berna (siglato dall’allora Consigliere di Stato Marco Borradori nell’aprile 2011), volto a rilasciare di nuovo licenze edilizie fuori zona, in cambio della rimozione di tutti gli interventi abusivi. Pertanto la sospensione di quell'ordine è auspicato dall'Associazione cascine e stalle, in quanto con quella demolizione si darebbe avvio a una rovinosa frana. 

L'Associazione in questione ci tiene a sottolineare che si tratta di case di vacanza ristrutturate dalla nostra gente che, frequentando la montagna, contribuisce a mantenere vivo e curato il territorio. Inoltre denuncia anche il fatto che le Autorità cantonali stanno tenendo famiglie intere sulla corda ormai da troppo tempo.

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