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GRAVESANO"Mi vogliono fare fuori. La canapa? La prescrivono altri per me"

24.08.15 - 06:13
Nonostante lo stop imposto dal Dipartimento, Werner Nussbaumer prosegue la sua battaglia per la marijuana medica: "Non ho esagerato. Da me arrivano i casi più disperati"
Foto Ti-Press Gabriele Putzu
"Mi vogliono fare fuori. La canapa? La prescrivono altri per me"
Nonostante lo stop imposto dal Dipartimento, Werner Nussbaumer prosegue la sua battaglia per la marijuana medica: "Non ho esagerato. Da me arrivano i casi più disperati"

GRAVESANO - Bloccato. Ancora una volta. Dallo scorso 10 luglio Werner Nussbaumer non può più prescrivere canapa ai suoi pazienti. Alla base della decisione del Dipartimento della sanità e della socialità, presunti abusi da parte del dottore di Gravesano, 'reo' di ricorrere troppo spesso alla marijuana. Ma, a oltre un mese di distanza, il medico non cambia di una virgola le sue posizioni. E attacca le autorità sanitarie. "Ormai è diventata una questione personale. Vogliono farmi fuori".

A giugno Berna indica che la canapa, in situazioni precise, può funzionare come medicamento. Neanche un mese dopo il Cantone le revoca l'autorizzazione di prescriverla. Qualcosa non quadra.
Sono stato il primo in Svizzera a parlare di canapa come medicamento. In tanti mi hanno attaccato, sono stato in carcere e per un anno non ho potuto fare il mio lavoro perché mi avevano sospeso. Ora che Berna inizia finalmente a darmi ragione, qualcuno è infastidito evidentemente. Oggi qualsiasi medico in casi specifici può prescrivere marijuana come medicinale, motivando adeguatamente la sua scelta. Solo io non posso più farlo. Vi pare giusto?

Però c'è chi sostiene che lei abbia esagerato...
Non è vero. Io ho sempre prescritto la canapa solo quando lo ritenevo necessario. Non a caso.

Al momento dello stop imposto dalle autorità a quanti pazienti prescriveva marijuana?
Oltre 300.

Sono tantissimi. Gli altri medici prescrivono la marijuana a 2-3 pazienti alla volta al massimo.
È colpa mia se tanti altri medici hanno paura di seguire la mia strada? Io ci credo davvero. E poi da me arrivano tanti casi disperati. Sono lo specialista in materia di marijuana. In Ticino gira la voce che se non ti salva Nussbaumer, non ti salva nessuno. Perché io per molti rappresento l'ultima spiaggia. Quando gli altri dottori non riescono più a curarli, li mandano da me. Cosa dovrei fare? Non dovrei aiutarli? Il paradosso è che un medico oggi può prescrivere medicamenti pericolosissimi per la salute e nessuno gli dice nulla. Mentre la canapa, che è naturale e ha pochi effetti collaterali, continua a essere vista come una cosa mostruosa.

Per l'opinione pubblica marijuana equivale a sostanza stupefacente.
Tutto dipende dal livello di thc, la sostanza psicoattiva che sta nella canapa. Se il livello è basso, non si ottiene l'effetto stupefacente che dà, ad esempio, lo spinello. Vi siete mai chiesti perché nei negozi viene venduto il te alla canapa? Perché ha il thc molto basso. Anche il thc dei medicamenti che prescrivo io non supera una determinata soglia. A me dà fastidio passare sempre per quello che incentiva la gente a drogarsi. Stiamo parlando di un'erba che può avere tante proprietà terapeutiche. E che può anche essere usata male, certo. Ma io la uso per curare.

Farà ricorso contro la decisione del Dipartimento della sanità?
No. A cosa servirebbe? Si tratta di una decisione politica. E sarebbero ancora gli stessi politici ad avere l'ultima parola. Io ho sempre meno fiducia nella giustizia. Anche perché i giudici continuano a essere eletti dai partiti.

Dunque Nussbaumer si arrende? Niente più canapa?
No. Io proprio non mi arrendo. Sto valutando la situazione. Per intanto i miei pazienti ricevono la ricetta medica grazie alla penna di alcuni amici medici che mi danno una mano. Siccome io non posso più prescrivere la canapa, chiedo a loro di farlo per i miei pazienti. Il medico deve sempre motivare e argomentare la prescrizione di marijuana. Il paziente poi inoltra la documentazione all'Ufficio della sanità di Berna. Il permesso di assumere il medicamento sarà poi accordato o meno direttamente al paziente. La trafila burocratica è infinita. Ed è spesso umiliante per un medico.

È dai primi anni 2000 che lei combatte. Potesse tornare indietro, rifarebbe le stesse scelte?
Assolutamente sì. Io ho sempre agito secondo scienza e coscienza. Non mi piego davanti a nessuno. Mi perseguitano perché ho un certo carisma, do fastidio al potere. E soprattutto alle case farmaceutiche che vogliono eliminare tutto ciò che è naturale e non chimico.

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