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LUGANOLe mode del primo vagito? Party e selfie in sala parto

14.08.15 - 06:08
Parenti e amici affollano le sale parto britanniche. È il crowdbirthing. Da noi?
Fotolia
Le mode del primo vagito? Party e selfie in sala parto
Parenti e amici affollano le sale parto britanniche. È il crowdbirthing. Da noi?

LUGANO - Se pensate sia difficile declinare l’invito a un matrimonio non avete mai ricevuto una partecipazione per una nascita. Sì, perché l’ultima moda tra le ventenni britanniche si chiama crowdbirthing, ovvero partorire davanti a un pubblico composto da selezionatissimi parenti e amici tra cui, ahimè etichetta vuole, anche la suocera. Fatti due calcoli, escluso il personale medico e paramedico, nelle sale parto inglesi le giovanissime partorienti si portano appresso un corteo di 8-10 persone, in cui si potrebbe aggirare pure un fotografo professionista pagato 500 sterline per immortalare, come solo uno del mestiere può fare, la venuta al mondo dell’attesa creaturina.

A svelare il nuovo trend è stato un sondaggio condotto su duemila mamme dal sito web Channel Mum, trend che, si rallegrano i nostri medici, non ha attecchito dalle nostre parti. Di regole scritte nero su bianco non ce ne sono ma, come ci dice Giovanni De Luca, capoclinica di ginecologia e ostetricia all’Ospedale San Giovanni di Bellinzona, da noi “vige la regola del buon senso. È un trend che qui non c’è, anche se è vero che per ragioni culturali a volte le partorienti vorrebbero più persone della famiglia presenti. In ogni caso noi cerchiamo sempre di limitare la presenza in sala parto. Di solito è il marito o un famigliare".

Stessa linea viene adottata alla Clinica Sant’Anna  di Lugano dove Maria Brovelli, caporeparto ostetricia, ha già sentito parlare di questo fenomeno e non solo: “In quarant’anni e oltre di carriera ne ho viste andare e venire di mode. C’è stata quella di partorire in acqua, per esempio. Oggi tutte le sale sono attrezzate ma se fosse così efficace almeno il 5% dei parti avverrebbe così, invece… L’ultima arrivata è la Lotus” (il cordone ombelicale non viene reciso e il neonato resta collegato alla sua placenta finché il cordone si separa in modo naturale dall'ombelico del bambino, ndr.)”. Del resto ricorda ancora Maria Brovelli “Anche la presenza del marito in sala parto era nata come moda”.

Prive sì di pubblico, le sale parto ticinesi non si discostano però da quelle britanniche in fatto di cellulari o apparecchi fotografici. “Le coppie hanno sempre lo smartphone in sala parto. Selfie se ne fanno pochi; di solito riprendono i primi momenti di vita del bimbo. Ho seguito poche coppie che filmavano il momento del parto, ma ogni tanto succede!”, racconta la levatrice Simona Pagani Scarabel.

“Il cellulare? E dove non lo trovi?” concorda Maria Brovelli -  “Fa parte di questo momento storico, chiaro che personalmente, non sarebbe la prima cosa a cui pensare.”

“L’importante è che si limitino a fotografare il bambino e la madre “non il personale medico o quello che fa. – conclude Giovanni De Luca – Mi è infatti capitato di dover chiedere a un marito di spegnere la videocamera perché voleva riprendere la sutura!”.

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