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LUGANOTi do l'impiego, ma la formazione non te la pago

20.07.15 - 10:12
Storia di una donna che resterebbe per due mesi senza percepire né la disoccupazione, né lo stipendio. L'esperto: "È il datore di lavoro a doversi assumere i costi dei corsi in azienda"
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Ti do l'impiego, ma la formazione non te la pago
Storia di una donna che resterebbe per due mesi senza percepire né la disoccupazione, né lo stipendio. L'esperto: "È il datore di lavoro a doversi assumere i costi dei corsi in azienda"

LUGANO - "Ho trovato un impiego. Ma la disoccupazione non mi copre durante il periodo della formazione". Alessandra, 49enne di Lugano, è senza lavoro da quasi 24 mesi. Separata dal marito e con un figlio a carico, ha un curriculum di spessore. Da poco ha intravisto la luce in fondo al tunnel. All'orizzonte si profila, infatti, un impiego in ambito assicurativo. Il programma prevede un periodo di formazione e accompagnamento. Poi l'inizio vero e proprio dell'attività. "Ma se accetto - dice la donna - nessuno mi versa un franco nel periodo della formazione. Né la disoccupazione, né il datore di lavoro. Lo Stato evidentemente preferisce farmi fare i piani occupazionali".  

Dilemma - Una donna con l'acqua alla gola, che si trova di fronte a un grosso dilemma. O restare in disoccupazione. O stare due mesi senza soldi, aspettando che il nuovo datore di lavoro le versi il primo stipendio, peraltro basato su provvigioni. "Non posso permettermi di stare tutto questo tempo senza percepire un salario. Ho un bambino e la mia è una famiglia monoparentale".
 
Fenomeno nascosto - Uno sfogo drammatico. Per certi versi inquietante. Che evidenzia un fenomeno troppo spesso nascosto. Con i datori di lavoro che, sugli aspetti legati alla formazione, giocano a fare i furbi.  "Quando la formazione richiesta è parte integrante del posto di lavoro che si occuperà - spiega Sergio Montorfani, capo della Sezione del lavoro - spetta al datore di lavoro assumersene i costi. La disoccupazione non può e non deve sostituirsi agli obblighi del datore di lavoro".    
 
Paura - Un diritto che la 49enne sembra non volere rivendicare. "Il rischio è che non mi diano più il posto. Non stanno di certo ad aspettare me, che voglio essere pagata per fare la formazione". La donna se la prende di nuovo con l'Ufficio di collocamento. "Mi stanno consigliando di valutare bene le conseguenze finanziarie della situazione. Per il mio bene. Ma io questo bene non lo vedo".   
 
Furbi - Montorfani non si sofferma sulla vicenda specifica. La legge però è chiara. E indica che spetterebbe al datore di lavoro pagare la signora sin dal primo giorno di formazione. "Di casi simili ce ne sono. Non si tratta di una situazione isolata. Qualcuno ogni tanto prova a fare il furbo per risparmiare. La disoccupazione, tuttavia, non può fare nulla. Uno, ovviamente, è libero di smettere di percepire la disoccupazione e di buttarsi, a sue spese, in una qualsiasi nuova avventura lavorativa". 

Incognite - Per Montorfani una cosa è certa. "È nostro compito dare i giusti consigli al candidato, nel suo interesse. Il lavoro a provvigioni, tra l'altro, è un ambito delicato. Occorre considerare diverse variabili. Può portare, ad esempio, a un basso guadagno assicurato qualora in futuro la persona dovesse maturare un nuovo diritto alla disoccupazione". 

 

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