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LUGANOLa mobilità elettrica funziona, ma...

03.06.15 - 12:00
Concluso il progetto SUPSI e-mobiliTI, i dati offrono uno spunto interessante per la mobilità futura in Ticino
ticinonline d.r.
La mobilità elettrica funziona, ma...
Concluso il progetto SUPSI e-mobiliTI, i dati offrono uno spunto interessante per la mobilità futura in Ticino

LUGANO - Si è concluso il progetto interdisciplinare e-mobiliTi promosso dalla SUPSI, un "approccio innovativo alla ricerca per indagare opportunità e implicazioni della diffusione della mobilità elettrica individuale in Ticino". L'istituto sostenibilità applicata all'ambiente costruito (ISAAC) della SUPSI ha coordinato il progetto, che ha dato vita a un "laboratorio vivente", coinvolgendo una ventina di famiglie volontarie della regione luganese e offrendo loro la possibilità di sperimentare liberamente forme alternative di mobilità.

Dopo una prima fase in cui sono stati monitorati per tre mesi in tutti i loro spostamenti, i partecipanti hanno sperimentato liberamente per altri tre mesi, nella primavera 2014, l'utilizzo di automobili e biciclette elettriche e di abbonamenti al trasporto pubblico, al car sharing e al bike sharing.

I dati raccolti grazie ai volontari hanno consentito di indagare le potenzialità e le implicazioni della mobilità elettrica. In particolare, hanno aiutato a capire se i veicoli elettrici possano essere effettivamente utilizzati nella quotidianità, senza causare rinunce o riduzioni nel benessere individuale, e se la loro presenza costituisca una leva per stimolare una più ampia transizione verso scelte di mobilità sostenibili.

Dopo quasi tre anni di studio, la SUPSI ha pubblicato oggi i risultati. L'esperimento indica che nella quotidianità i veicoli elettrici possono sostituire efficacemente i veicoli convenzionali. La limitata autonomia dei veicoli elettrici è tuttavia percepita coma un importante fattore che ne disincentiva l'acquisto.

Molto più difficile è stato avviare una trasformazione più ampia delle scelta di mobilità a favore del trasporto pubblico, della mobilità a piedi o in bicicletta (mobilità dolce) e della condivisione dei mezzi di trasporto. L'esperimento quindi ha dimostrato che il trasporto pubblico e la mobilità dolce non possono competere con l'automobile, convenzionale o elettrica che sia. I volontari hanno infatti riportato che il trasporto pubblico non è sufficientemente flessibile, le biciclette invece non offrono abbastanza sicurezza negli spostamenti mentre il car sharing oltre ad essere costoso è anche rigido, visto che impone di consegnare il veicolo nello stesso punto in cui lo si è preso e di indicare l'ora di inizio e di fine utilizzo.

Sulla base degli elementi raccolti, il progetto e-mobiliTI ha identificato un insieme di configurazioni plausibili per una famiglia-tipo, come quella di possedere un'auto elettrica insieme a quella convenzionale oppure un'auto elettrica ibrida plug-in insieme all'utilizzo di trasporti pubblici.

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