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LIGORNETTOIl Museo Vela riapre presentando Marcello, una determinata scultrice

22.04.15 - 18:37
Una nuova narrazione e differenti progetti animano la casa-atelier dello scultore del Risorgimento italiano
Il Museo Vela riapre presentando Marcello, una determinata scultrice
Una nuova narrazione e differenti progetti animano la casa-atelier dello scultore del Risorgimento italiano

LIGORNETTO - “Benvenuti nella casa-atelier Vela”. Mai come con la nuova riapertura del Museo Vincenzo Vela di Ligornetto il pubblico viene accolto nella famiglia dello scultore del Risorgimento italiano. Con nuove permanenti, infatti, ampio spazio è stato ora dato anche al fratello Lorenzo e al figlio Spartaco, con le loro opere e le loro collezioni. Una nuova narrazione, per fruitori sempre più esigenti. Uno sguardo che può sondare le diverse anime di questi artisti fra politica, cultura e vita privata.

La filosofia che ha portato a questa scelta segue il pensiero che ha sempre guidato la direzione del museo: dare visibilità anche a chi ha avuto meno notorietà e proporre artisti che hanno avuto un impegno sociale.

Marcello, Adèle d’Affry - Questo è il caso anche per l’esposizione dedicata ad Adèle d’Affry, duchessa di Castigilione Colonna, in arte Marcello (1836-1879). “La vita di questa donna, con le dovute diversità, non è molto distante da quella di Vincenzo Vela - ha spiegato la direttrice Gianna Mina - sono storie di coraggio. Due persone che hanno lottato per diventare artisti, staccandosi dalla loro condizione iniziale. Con determinazione entrambi hanno trovato luce al di fuori del loro paese”.

La scelta di un nome d’arte così particolare spiega la stessa vita di Adèle d’Affry. Friburghese di famiglia aristocratica, la scultrice ha scelto di allontanarsi da ogni convenzione e pregiudizio dell’epoca. Ha detto “Io faccio altro, io sono artista” e si è presentata, in particolare in Francia, con un nome maschile, omaggio al musicista Benedetto Marcello che stimava. Il dualismo maschile e femminile, la ricerca del confronto e dell’equilibrio si possono ritrovare proprio nelle opere esposte.

Il restauro - Il museo è stato riaperto dopo 15 mesi di lavori tecnici che lo hanno portato ai livelli richiesti dagli standard europei. “Si guarda al futuro. Sarà quindi ora possibile ospitare anche grandi mostre e proporre sempre qualcosa di nuovo al nostro pubblico - ha continuato la direttrice - abbiamo avviato diversi e complessi progetti di ricerca. Allo stesso tempo abbiamo intavolato diversi rapporti per portare Vincenzo Vela al di fuori del museo. C’è vivo interesse e le opere trasportabili sono davvero molte”.

“Rel-azioni-incontri di altro tipo” - L’impegno è supportato dalla Confederazione, rappresentata nel giorno dell’inaugurazione da Benno Widmer, Capo sezione ad interim Musei e collezioni Ufficio federale della cultura, che ha tenuto a sottolineare come “questo sia un luogo dove trova casa il dialogo e l’interazione”. Concetto ribadito da Gianna Mina che ha ricordato come le attività del museo saranno sempre più varie: “I nostri progetti di mediazione culturale coinvolgono persone con percorsi molto diversi. C’è spazio per tutto cinema, musica, fino al tai chi al sabato mattina nel nostro splendido parco”. L’offerta si amplierà infatti attraverso il progetto “Rel-azioni-incontri di altro tipo”.

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