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CANTONEAdesivo "Noi impieghiamo personale residente": lo adotterebbero gli altri Comuni?

04.02.15 - 13:22
Lo abbiamo chiesto ai sindaci di Chiasso, Mendrisio, Lugano, Bellinzona e Locarno. Che storcono il naso
Adesivo "Noi impieghiamo personale residente": lo adotterebbero gli altri Comuni?
Lo abbiamo chiesto ai sindaci di Chiasso, Mendrisio, Lugano, Bellinzona e Locarno. Che storcono il naso

LUGANO - Discussa, condivisa, ma anche criticata. L'iniziativa del comune di Claro di creare un adesivo riportante la dicitura "Noi impieghiamo personale residente", per promuovere la manodopera indigena, è sulla bocca di tutti.

Ma cosa ne pensano i sindaci dei principali comuni ticinesi? Sarebbero disposti ad adottare la stessa iniziativa oppure la vedono destinata a fallire? Abbiamo provato a chiederlo direttamente a loro e l'impressione, per tutti, sembra la stessa.

Bellinzona - "È il tentativo di dare una risposta a quello che evidentemente è un problema concreto e presente nella coscienza di molte persone - spiega Mario Branda, sindaco di Bellinzona -. La mia impressione personale è che sia uno strumento facilmente aggirabile, di difficile applicazione e di dubbia efficacia".

Ciò che ne consegue da questa riflessione è evidente: "Dubito che sarà un provvedimento che adotteremo - aggiunge -. Tra l'altro vedo che laddove si voleva arginare un problema noto e sentito - sottolinea in riferimento alla lettura "alternativa" avvenuta oltre confine della proposta -, sono scattati i soliti meccanismi di contrapposizione che rendono difficile una serena e lucida comprensione della questione".

Locarno - "Se da una parte credo che l'iniziativa non debba essere fraintesa - commenta Carla Speziali, sindaco di Locarno -, non credo che l'adotteremo. Seppur l'intento è quello di responsabilizzare le ditte per favorire la manodopera nostrana, non credo che debba essere il Comune a fare un'operazione del genere. Un'opera di responsabilizzazione delle imprese deve avvenire ad ampio raggio, nell'ambito delle varie politiche settoriali".

Chiasso - "Non ne abbiamo ancora parlato in Municipio, sarebbe interessante però sapere il risultato che avrà quest'iniziativa - commenta Moreno Colombo, sindaco di Chiasso, che rievoca il recente "Benvenuta Impresa" -. Abbiamo provato a fare qualcosa del genere con "Benvenuta Impresa". Abbiamo cercato di informare fiduciari e avvocati per far comprendere l'annosa questione. Abbiamo pure dato indicazioni su quello che dovrebbe essere il salario per il personale non qualificato, semi-qualificato e qualificato. Ma bisogna anche dire che per i comuni sulla fascia di confine è difficile. E soprattutto che per alcune mansioni si fatica a trovare ticinesi. In ogni caso il messaggio che abbiamo lanciato è che non vogliamo aziende a basso o nullo valore aggiunto, come i call center".

Mendrisio - "L'iniziativa in Municipio non è stata nemmeno discussa - commenta invece Carlo Croci, sindaco di Mendrisio, reduce dalla seduta di ieri -. Personalmente non la ritengo interessante, dà un'impressione razzista e, se devo dirlo, non mi piace. Sono dell'idea che sia necessario cercare di assumere personale residente - spiega -, ma questi "label di qualità" non mi piacciono. Anche i frontalieri sono persone con la propria dignità. E in questo caso pare che venga lesa".

Lugano - Contattato al telefono il sindaco di Lugano, Marco Borradori, al momento non commenta: "L'argomento sarà discusso domani in sede di Muncipio", spiega.

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