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CANTONEFurbetti del permesso di soggiorno, "53 casi in tre anni"

24.01.15 - 16:17
Continuano ad abitare in Italia, ma sono in possesso di un permesso "B", il Consiglio di Stato risponde alle interrogazioni dei deputati Chiesa e Robbiani
Furbetti del permesso di soggiorno, "53 casi in tre anni"
Continuano ad abitare in Italia, ma sono in possesso di un permesso "B", il Consiglio di Stato risponde alle interrogazioni dei deputati Chiesa e Robbiani

BELLINZONA - Sono stati 53 i soggiorni fittizi scoperti dall'Ufficio della Migrazione negli ultimi tre anni. Dei 53 casi, 46 riguardavano cittadini comunitari e 7 extracomunitari. E' questo in sintesi, il dato fornito dal Consiglio di Stato in un'articolata risposta a due interrogazioni parlamentari sul tema dei cosiddetti "furbetti del permesso di soggiorno".

Dei furbetti del permesso B ne avevamo parlato lo scorso metà settembre. Avevamo riferito del caso di un cittadino italiano che, a 20 Minuti, aveva raccontato di come alcuni suoi conoscenti siano riusciti ad ottenere un permesso B grazie a stratagemmi vari. Un permesso B ottenuto grazie ad un semplice indirizzo con un nome sulla buca delle lettere, che permetterebbe di avere il diritto di percepire rendite di disoccupazione in Svizzera. Allora, i deputati Marco Chiesa per il Gruppo UDC e Massimiliano Robbiani (Lega), si rivolsero al Consiglio di Stato attraverso delle interrogazioni alle quali, come detto, è stata data risposta recentemente.

Il Consiglio di Stato, in data 21 gennaio, ha prodotto un documento in cui vengono fornite alcune informazioni su un fenomeno sostanzialmente confermato dalle autorità cantonali. Nella sua premessa, il Consiglio di Stato dichiara di essere "particolarmente sensibile a questa tematica" e di aver messo in atto "una strategia di controllo, favorendo anche lo scambio di informazioni tra le varie autorità cantonali per evitare abusi, incrementando i controlli presso l'Ufficio della migrazione (UM)". Dallo scorso 1° ottobre esiste un nuovo servizio all'interno dell'UM, il Settore giuridico, "che contribuisce a monitorare e ad approfondire casi dubbi segnalati da altre autorità cantonali". Un servizio che, dall'inizio della propria attività ad oggi, in soli quattro mesi, "ha esaminato quasi 300 pratiche che, in 29 casi, hanno portato alla revoca del permesso di soggiorno, mentre in 16 casi si è proceduto a non rinnovare oppure a non rilasciare un permesso".

Per quanto riguarda le decisioni di ammonimento emesse sono state quasi fino ad oggi 450. Come riferito recentemente, l'UM può avvalersi di un contact center, un centralino che "consentirà ai funzionari dell'Ufficio della migrazione di disporre del tempo necessario per compiere con particolare attenzione controlli approfonditi delle pratiche".

Per quanto riguarda le condanne sentenziate, per il Ministero Pubblico non è possibile su base informatica ricostruire annualmente il numero delle condanne relative a tali procedimenti peraltro fondati su reati di falsità in documenti, falsità in certificati, conseguimento fraudolento di falsa attestazione, truffa e violazione delle norme penali delle leggi settoriali".

Sull'ammontare dell'importo, eventuale, truffato all'assicurazione disoccupazione o altre assicurazioni sociali da parte dei "furbetti del permesso di soggiorno", il Consiglio di Stato scrive che non vi sono stati casi "nei quali un cittadino straniero si è procurato - a priori - un domicilio fittizio allo scopo di poter accedere alle prestazioni sociali cosiddette "non esportabili"".

Anche per quanto riguarda, infine, la frequenza di questo fenomeno, il Cantone rassicura: "Negli ultimi anni non è finora stato riscontrato un aumento di queste fattispecie".

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