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COMANOLa critica: "Troppi politici alla RSI"

23.12.14 - 15:39
La CORSI ha espresso critiche nei confronti dell'informazione proposta da RSI. "Permanente caccia di anticipazioni". Bocciata la scelta di parlare del suonatore di organetto
La critica: "Troppi politici alla RSI"
La CORSI ha espresso critiche nei confronti dell'informazione proposta da RSI. "Permanente caccia di anticipazioni". Bocciata la scelta di parlare del suonatore di organetto

LUGANO - Il Consiglio del pubblico della CORSI bacchetta la RSI. Non capita spessissimo che lo faccia. Ma questa volta la bacchetta è stata particolarmente pesante. Le critiche sono rivolte essenzialmente all'offerta informativa della nostra televisione di Stato. Non solo tv, ma anche radio e Internet.

Troppi politici - Ma andiamo con ordine. La prima critica è rivolta al fatto che soprattutto nelle trasmissioni informative ci sono troppi politici. Si parla dunque di "sovraesposizione dei politici in generale, e dei consiglieri di Stato in particolare, nei servizi del Quotidiano", tanto che il Consiglio del pubblico della CORSI ha raccomandato di "evitare eccessi", e aggiunge: "Se il ricorso all’intervista con il politico è giustificato quando il tema è politico, si ritiene lo sia molto meno quando si tratta di acquisire informazioni da esperti o di fornire dati e fatti che è compito specifico del giornalista. Un’attenzione particolare in questo senso sarà riservata, nei mesi a venire, al rinnovo del Consiglio di Stato ticinese".

Processi pieni di giornalisti - Altra spina nel fianco riguarda la cronaca giudiziaria cantonale, dove - si legge nel documento della Corsi - in RSI "sembrano essere alla permanente caccia di anticipazioni o rivelazioni, come accaduto anche in questi giorni per un caso coperto dal segreto istruttorio". La Corsi critica l'eccessiva mobilitazione da parte della televisione di Stato ogni volta che c'è un processo in corso, e non può fare a meno di ricordare il caso dell'alta presenza di giornalisti per il processo contro un pedofilo che aveva abusato ripetutamente di cinque bambine: "Si è trattato di un caso certamente grave, ma data la delicatezza e la tenera età delle vittime era forse doveroso agire con maggiore ritegno. Dal momento che la giustizia stava facendo il suo corso e che l’imputato era reo confesso, ci si chiede quale fosse l’interesse pubblico nel seguire tutte le fasi del dibattito processuale con dovizia di particolari".

La vicenda del suonatore di organetto di via Nassa - La Corsi non ha fatto passare sotto silenzio nemmeno la vicenda di Joerg, il suonatore d'organetto allontanato da via Nassa di fronte al negozio Hermes. La storia fece il giro della rete, e se ne occupò anche il Quotidiano. Scelta editoriale che però non è piaciuta al Consiglio del pubblico che si è chiesto "come nelle redazioni della RSI si valutino e si ritenga di affrontare questi fenomeni di moltiplicazione virale di determinate notizie".

Minacce anonime a Bertoli - Infine la vicenda del messaggio anonimo contenente pesanti minacce nei confronti del consigliere di Stato Bertoli. Alcuni media non hanno dedicato al caso nessuna spazio giornalistico. La RSI sì. "Nel mondo attuale - fa notare la CORSI - l'eco, spesso incongrua che una notizia assume nel contesto del web, travalica la consistenza del fatto che le ha dato origine, diventando essa stessa il fatto (più) rilevante anche dal punto di vista giornalistico".

Da qui l'invito a "considerare essenziale non prescindere, nel rispetto del mandato informativo di servizio pubblico, da una puntigliosa verifica dei fatti e delle fonti, da un'analisi della rilevanza e dell’interesse giornalistico preponderante alla loro diffusione, analisi che deve essere fondata su parametri chiari, coerenti e riconoscibili".

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