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CANTONE“AAA: raccoglitori di firme cercansi”. Il posto te lo dà l’Urc, ma…

09.12.14 - 08:53
I disoccupati raccolgono firme per le iniziative: tutto corretto?
Tipress
“AAA: raccoglitori di firme cercansi”. Il posto te lo dà l’Urc, ma…
I disoccupati raccolgono firme per le iniziative: tutto corretto?

BELLINZONA - Rimanere nel limbo della disoccupazione è già, di per sé, spiacevole. Ma quanto hanno raccontato oggi sul quotidiano 20 minuti alcuni giovani disoccupati ha dell’incredibile. "L’Ufficio di collocamento, per meglio dire i nostri consulenti, ci hanno proposto un’opportunità lavorativa al quanto insolita – dicono -: raccogliere firme per alcune iniziative". Già, avete capito bene. I disoccupati vanno a caccia di “autografi”. "Ci hanno detto che non era obbligatorio accettare questo lavoro ma che era un’opportunità che aiutava, a dipendenza di quello che si riusciva a fare, a prolungare di alcuni giorni l’indennità". Più firme, più giorni dunque. "Proprio così, se superavamo un tot di adesioni potevamo avere un giorno di bonus". Fatto sta che in molti storcono in naso, visto che questa attività ha un sentore politico. Può dunque un ufficio di collocamento spingere un disoccupato a tale pratica? Lo chiediamo a Stefano Rizzi, direttore della Divisione dell’economia.

Raccogliere firme, è un lavoro? 

"Quello del raccoglitore, se adeguatamente remunerato, è considerato lavoro. L’obiettivo è sempre quello di dare la possibilità ai disoccupati di trovare un’occupazione rispettivamente di realizzare perlomeno un guadagno intermedio. Questo, oltre a far risparmiare la cassa, migliora la situazione della persone sia perché essa aumenta le sue entrate sia perché le permette di maturare periodi di contribuzione importanti per eventuali ricadute in disoccupazione".

L’Urc, com’è arrivato a proporre un “lavoro” di questo tipo ai suoi affiliati?

"Nel caso specifico, sulla nostra piattaforma informatica è stata caricata l’offerta di lavoro nella quale si propone l’attività di raccoglitore di firme per una trentina di persone. L’impiego è temporaneo e il luogo di lavoro comprende tutto il territorio ticinese. Per questi 30 posti di lavoro abbiamo interpellato una sessantina di candidati: una quarantina sono stati assunti, una decina non hanno accettato la proposta e un’altra decina circa non ha fornito nessun riscontro".

È d’accordo con noi, che è un’attività molto singolare da proporre e va a toccare temi politici. Le sembra corretto utilizzare dei disoccupati per questi scopi? 

“Considerato che l’attività tocca il delicato ambito dei diritti politici, tutte le persone selezionate dai consulenti sono state informate sul fatto che potevano aderire o meno alla proposta di lavoro e che in caso di rifiuto non sarebbero andate incontro a sanzioni. Per la lotta alla disoccupazione è essenziale svolgere un’attività lavorativa remunerata convenientemente dato che ogni occasione permette di migliorare le proprie chance di reinserimento professionale e favorisce i contatti sociali”.

I ragazzi da noi contattati hanno trovato strano anche la modalità di remunerazione. Tot firme equivalgono a tot giorni. Possibile? In fondo se si lavora tutto il giorno… è un giorno di lavoro anche se raccolgo una firma sola.

 “Per quanto attiene il lavoro presso la bancarella osserviamo che lo stesso non si distanzia da altri lavori simili. Il salario ammonta a 25 franchi all’ora. Caso peculiare è quello della raccolta libera delle firme (il caso che riguarda i ragazzi interpellati da noi, ndr.), retribuite 2 franchi l’una. Ovviamente in questo caso il lavoratore deve poi riferire alla cassa quanto guadagnato per ottenere il riconoscimento del giorno lavorato. La questione non presenta problemi, dato che nella peggiore delle ipotesi la persona non perde nulla, mentre nella migliore ottiene un guadagno e matura periodi di contribuzione”.

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