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CANTONEDroga, fumo e contraccezioni: l’ictus ora spaventa i giovani

24.10.14 - 06:03
Aumentano in Ticino i casi che colpiscono gli under 50. Dopo la storia della 35enne locarnese raccontata da 20 Minuti, Carlo Cereda, spiega: “Nemmeno i 18enni sono del tutto immuni”
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Droga, fumo e contraccezioni: l’ictus ora spaventa i giovani
Aumentano in Ticino i casi che colpiscono gli under 50. Dopo la storia della 35enne locarnese raccontata da 20 Minuti, Carlo Cereda, spiega: “Nemmeno i 18enni sono del tutto immuni”

LUGANO – Ora l’ictus fa paura anche ai giovani. Lo sa bene Denise, la 35enne locarnese che oggi su 20 Minuti racconta il suo ritorno alla normalità, dopo l’attacco improvviso subìto due mesi fa. E lo indicano le cifre: circa il 10% dei pazienti europei (e ticinesi) ha un età inferiore ai 50 anni, mentre circa il 3 % ha meno di 40 anni. Stando ad alcune ricerche universitarie italiane nell’ultimo ventennio si sarebbe verificata una crescita del 10-15% degli ictus tra i giovani e i giovani adulti. “Nemmeno i 18enni sono completamente immuni – dice il dottor Carlo Cereda, capo clinica dello Stroke Center al Neurocentro della Svizzera italiana, presso l’ospedale Civico di Lugano –, anche se per fortuna i pazienti di questa età rappresentano ancora una rarità”.

Dottor Cereda, come spiega l’aumento dell’ictus in età giovanile?
"Va fatta una premessa: oggi, rispetto al passato, abbiamo maggiori possibilità di riconoscere questo problema e di curarlo. Ne deriva anche una maggiore informazione e una maggiore presa di coscienza da parte dei medici. Detto ciò, ci sono vari fattori da considerare. È aumentato ad esempio il consumo di determinate droghe. Sostanze stimolanti come la cocaina, le anfetamine e il crack hanno un effetto molto pericoloso. E poi c’è il fumo. Chi fuma da una a 10 sigarette al giorno ha il 50% di possibilità in più di avere un ictus".

E la pillola contraccettiva per le donne?
"Non ci sono ancora dati concordanti. Da sola la pillola non sembra comportare un fattore di rischio importante. Ma alcuni studi dicono che unita ad altri fattori, come ad esempio il fumo, può potenzialmente aumentare il rischio di ictus".

Altri fattori di rischio?
"Oltre al fumo, gli altri principali fattori di rischio modificabili sono l’ipertensione arteriosa, il colesterolo alto, la presenza di diabete, tutti fattori riscontrati più spesso nella popolazione con più di 50 anni. Altri fattori sono dettati dallo stile di vita, dalla sedentarietà, dal sovrappeso, dall’abuso di sostanze. Anche la presenza di disturbi respiratori nel sonno, con apnee notturne, è un fattore di rischio riconosciuto".  

E lo stress? Può causare un ictus?
"Ce lo chiedono in parecchi. Lo stress da solo probabilmente non causa l’ictus. Può però peggiorare alcuni fattori di rischio come, ad esempio, la pressione arteriosa. Tutti siamo sottoposti a momenti di stress durante la nostra vita, ed è una caratteristica diffusa nella società occidentale moderna. Tutto sta nel come sfoghiamo questa tensione. C’è chi lo fa nell’attività fisica, ad esempio. Ma c’è anche chi lo fa nel fumo... "

Come si verifica un ictus?
"Si forma un agglomerato di sangue nel sistema circolatorio che, in seguito, può liberare un embolo che va ad ostruire un vaso sanguineo. In questo modo una zona specifica del  cervello non riceve più l’irrorazione necessaria".

Quanto pesa la genetica sul rischio di essere colpiti da un ictus?
"Ci sono casi legati a vere e proprie malattie genetiche, ma sono piuttosto rari. In questo ambito la ricerca è molto attiva. Anche il nostro centro collabora con le università svizzere in progetti di ricerca in questa direzione". 

Dal 2010 in Ticino, all’ottavo piano del Civico di Lugano, c’è un centro appositamente dedicato a chi è vittima di un ictus.
"Il team multidisciplinare dello Stroke Center è specializzato nella fase acuta, dunque nelle cure delle prime ore e dei primi giorni. È importantissimo individuare per tempo cosa sta capitando, fare una corretta diagnosi e dare la giusta terapia. Nelle prime ore dopo l’ictus, più si agisce velocemente e più le zone colpite del cervello hanno chance di salvarsi. I pazienti giovani, inoltre, rispetto ai pazienti più anziani, hanno un migliore potenziale di recupero grazie anche alla maggiore plasticità cerebrale". 

Quanti pazienti con ictus trattate all’anno?
"Più di 400 per tutta la Svizzera italiana e il dato è in aumento, anche perché oggi disponiamo di un maggior numero di letti. Da noi viene impostato e iniziato, in collaborazione con un team di neuro-riabilitazione acuta, anche il percorso riabilitativo. La struttura a cui ci riferiamo principalmente è la clinica Hildebrand di Brissago. Numerosi pazienti tornano da noi a fare controlli. Ed è una soddisfazione constatare che non mancano i risultati positivi. Pazienti che nelle prime ore presentavano un quadro molto grave, ma che grazie alle cure mediche altamente specializzate, alla forza di volontà, e  forse anche a un po’ di fortuna, riescono a tornare a una vita normale". 

 

 

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