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GRIGIONILa Calabria contraria alla centrale a carbone di Repower

26.07.12 - 17:10
La Calabria contraria alla centrale a carbone di Repower

POSCHIAVO - Prosegue la vertenza sulla progettata costruzione di una centrale a carbone nella località calabrese di Saline Joniche, in provincia di Reggio. Si tratta di un progetto della società italiana Sei, controllata della svizzera Repower. Il consiglio regionale ha ribadito martedì all'unanimità la sua opposizione e chiesto all'esecutivo di impugnare il decreto emesso da Roma, che dava il benestare al progetto.

La centrale, con un potenza di 1.320 Mw, dovrebbe utilizzare la tecnologia USC (Ultra Super Critical), che garantisce alti standard di efficienza e, secondo la Sei, sarà predisposta per la cattura della CO2 prodotta (anche se attualmente questa tecnologia è allo stadio sperimentale in tutto il pianeta). L'ultimo studio paesaggistico-architettonico elaborato per il progetto, si legge nel sito Sei, si ispira alla sostenibilità ambientale, alla ricerca del verde, al recupero e al consolidamento di storia, cultura e tradizioni locali.

Il governo presieduto da Mario Monti ha dato il 15 giugno scorso il via libera alla progettata centrale, malgrado le proteste di varie associazioni ambientaliste (Greenpeace, Legambiente, Lipu e Wwf), le quali hanno scritto al presidente della Regione Giuseppe Scopelliti, chiedendogli di opporsi alla decisione romana. Tanto più che in passato la stessa Regione Calabria aveva dichiarato più volte di non voler ospitare impianti a carbone sul suo territorio. Ora il documento votato dal parlamento regionale impegna le autorità ad opporsi fermamente alla decisione romana.

La notizia che il governo italiano aveva firmato il decreto di valutazione d'impatto ambientale delle centrale era stata accolta con enorme favore dalla Sei e quindi della grigionese Repower, con sede a Poschiavo, che in una nota aveva affermato: "È la conferma della qualità del progetto e dello straordinario lavoro fatto".

Ats

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