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ITALIA / SVIZZERA20 anni fa la strage di Capaci e il ricordo di Carla Del Ponte

23.05.12 - 10:38
Giornata di commemorazione oggi per i 20 anni dalla strage di Capaci in cui morirono il magistrato antimafia Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta
Tipress (archivio)
20 anni fa la strage di Capaci e il ricordo di Carla Del Ponte
Giornata di commemorazione oggi per i 20 anni dalla strage di Capaci in cui morirono il magistrato antimafia Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta

PALERMO - Giornata di commemorazione oggi in Italia per i 20 anni dalla strage di Capaci in cui morirono il magistrato antimafia Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta. A Palermo è già giunto il premier Mario Monti e il ministro degli interni Maria Cancellieri. Atteso mel pomeriggio anche il capo dello Stato Giorgio Napolitano.

A bordo di navi sono giunti anche numerosi studenti da tutta Italia, insieme al ministro dell'Istruzione Francesco Profumo e al procuratore nazionale antimafia Piero Grasso. Entrambi sostenevano un cartello con la scritta "Siamo tornati per non dimenticare".

Su LaRegione di oggi il ricordo di Carla del Ponte di quei giorni difficili per la storia d'Italia. L'ex procuratore pubblico si occupò di inchieste scottanti su droga e riciclaggio insieme a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Del Ponte ricorda di aver incontrato Giovanni Falcone un paio di settimane prima della strage di Capaci. Un Falcone che ha lasciato in eredità "una profonda conoscenza del mondo mafioso" e che, grazie al caso di Pizza Connection, "fece aprire gli occhi ai magistrati svizzeri, che poterono comprendere le modalità con cui avveniva il riciclaggio di ingenti somme di denaro sporco, nella fattispecie provento del traffico di droga, sul cui sfondo c'era la criminalità organizzata".   

Del Ponte racconta quando, durante una cena in Sicilia, Falcone propose per il giorno seguente, una volta terminati gli interrogatori, di andare a fare il bagno all'Addaura: "Ci stava servendo il proprietario del ristorante - racconta la Del Ponte a LaRegione - che avendo ascoltato la conversazione avrebbe passato, si presume, l'informazione agli attentatori (quella persona venne in seguito uccisa). Solo che la mattina seguente dissi a Falcone nel suo ufficio che dopo gli interrogatori avrei preferito visitare Palermo, dato che era la prima volta che mi trovavo nel capoluogo siciliano. Un cambiamento di programma. All'Addaura non giungemmo mai". E proprio su quella spiaggia ritrovarono cinquantotto candelotti: "più che paura avvertii il bisogno di scappare, di abbandonare subito la Sicilia. Falcone era molto preoccupato. Volle che lasciassimo la Sicilia al più presto".

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