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IL TICINO AI GIOVANI / 8Il segreto per sfondare? "Essere umili e cordiali con tutti"

29.04.12 - 09:28
Aris Bassetti gira il mondo con i Peter Kernel e ha vinto il premio come migliore etichetta indipendente svizzera. Si può vivere di musica in Ticino? "Sembrava ridicolo anche solo pensarci"
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Il segreto per sfondare? "Essere umili e cordiali con tutti"
Aris Bassetti gira il mondo con i Peter Kernel e ha vinto il premio come migliore etichetta indipendente svizzera. Si può vivere di musica in Ticino? "Sembrava ridicolo anche solo pensarci"

AGNO – Quello di Aris Bassetti non è un nome sconosciuto nel mondo della musica ticinese, ma da qualche settimana è noto anche a chi ha poco a che fare con le sette note. Dopo aver conquistato il riconoscimento del Percento culturale Migros come migliore etichetta indipendente svizzera con la sua creatura On The Camper, i media si sono molto occupati di lui. “Anche i miei conoscenti mi hanno visto in televisione, e si sono resi conto che faccio qualcosa di buono” afferma ridendo. E’ il solito problema per un musicista: la sua attività che non viene riconosciuta come un “vero” lavoro, ma solo come un hobby che non porta introiti sufficienti per vivere. “Ma che lavoro fai realmente?” è un ritornello costante che, se la fortuna l’aiuterà, Bassetti non dovrà più ascoltare. “Non ho ancora realizzato completamente l’aver vinto il premio” confessa “visto che subito dopo siamo andati in tour. Infatti non ho ancora mandato il numero di conto sul quale depositare i soldi!” Una soddisfazione che corona un lungo cammino: “Mi veniva anche da piangere: mi è venuto addosso tutto quello che è successo in questi anni, ed è la dimostrazione che non li ho buttati via. Cose così ti fanno respirare, almeno per un attimo”.

Bassetti, insieme a Barbara Lehnhoff, è l’anima dell’etichetta ma anche dei Peter Kernel, la band art-punk che, insieme a Kovlo, The Lonesome Southern Comfort Company e Francesca Lago, costituisce la compagine firmata On The Camper. Però che non c’è sempre stata la musica nel destino di Bassetti. “Fino all’età di 15-16 anni ho odiato la musica, poi è successo qualcosa e ho iniziato ad ascoltare di tutto. Fin troppo: sono partito dal puro rumore, e poi ha fatto passi indietro, pian piano, apprezzando cose più facili”.

Di formazione disegnatore di arredamenti interni, poi grafico, Bassetti ha lasciato il saturo mercato lavorativo ticinese per dedicarsi alla musica. Hobby o lavoro a tempo pieno? “In realtà non è ancora un lavoro vero e proprio, non avevo mai pensato di farne un mestiere”, spiega. “Dal Ticino sembrava ridicolo anche solo pensarci”. Aris e Barbara vengono totalmente assorbiti dal lavoro di promozione, creazione dei contenuti, e dall’attività live che li sta portando in giro per la Svizzera, per l’Europa e che li vede in partenza per il Canada. Un tour oltremare organizzato interamente da Barbara con un lavoro impressionante, ma che sta dando i suoi frutti. Perché suonare live non è facile, non solo in Ticino: “I locali iniziano a preferire i dj alla band. Ci sono gruppi negli Stati Uniti che alternano date nei club a concerti nelle case dei privati. Anche noi, qualche giorno fa, abbiamo suonato in questa sala prove (dove è stata registrata l’intervista video, ndr) solo per pochi invitati”. In merito alla famigerata ordinanza del limite di 65 decibel a Bellinzona, Bassetti è categorico: “La trovo assolutamente ridicola e vergognosa. Non ha senso ed è controproducente, non solo per il turismo ma anche per lo stato mentale della gente”.

Quando sceglie una band da seguire, Bassetti è (giustamente) spietato: “Contatto solo i gruppi la cui musica mi piace. Cerco più che altro un approccio: collaboro con una band solo se è disposta a sbattersi e a sacrificare tutte le ore libere che ha, ad uscire dalla Svizzera a suonare e a mettere la musica davanti  alla ragazza e alla famiglia. Lo so che sembra un discorso un po’ da mostro…” La passione va bene, spiega, ma l’importante è dare tutto quello che si ha. “Per emergere bisogna suonare tanto, il più possibile, partendo dal Ticino e poi allargandosi, come in una spirale”. Fondamentale, poi, l’umiltà e la cordialità con tutti, oltre che della buona musica alle spalle. “Mai pensare di essere una rockstar o che la gente ha bisogno di te, perché non è vero. Bisogna piuttosto mettersi lì, godersi lo spettacolo e godersi quello che il pubblico ti offre. Tra te e loro si apre una comunicazione, e deve essere molto onesta. E’ un servizio che ci si scambia”.

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