Cerca e trova immobili

TICINO"Cari ticinesi, vi spiego perché abbiamo rinunciato alla vostra lingua..."

13.11.11 - 15:02
Intervista a Franz Enderlin, direttore del Dipartimento Formazione e Cultura del Canton Obvaldo, sul tema dell'abolizione dell'italiano nel piccolo cantone della Svizzera Centrale
None
"Cari ticinesi, vi spiego perché abbiamo rinunciato alla vostra lingua..."
Intervista a Franz Enderlin, direttore del Dipartimento Formazione e Cultura del Canton Obvaldo, sul tema dell'abolizione dell'italiano nel piccolo cantone della Svizzera Centrale

SARNEN - Franz Enderlin non nasconde la sua sorpresa. La decisione del suo governo di abolire l'offerta della lingua italiana agli studenti che sceglieranno l'opzione specifica per l'anno scolastico 2012/13, in Ticino ha provocato reazioni così decise, che il direttore del dipartimento Formazione e Cultura obvaldese non si aspettava in queste proporzioni.

Mercoledì scorso il Governo ticinese si è addirittura rivolto al presidente del CDPE Isabelle Chassot e al Consigliere federale Didier Burkhalter per sostenere le ragioni della richiesta di mantenere e tutelare l'italiano, lingua federale, anche in Obvaldo.

Per capire le dimensioni della portata di questa scelta, innanzitutto, bisogna annotarsi qualche cifra su questo piccolo cantone della Svizzera centrale. Obvaldo conta in tutto (compresa l'exclave di Engelberg, Horbis, Obermatt e Grafenort) 35mila abitanti. Il suo capoluogo Sarnen, ha gli stessi abitanti di Chiasso, neppure 10mila e la sua unica scuola cantonale conta circa 450 studenti, suddivisi in circa 75 unità per ognuno dei sei anni scolastici previsti per le scuole medie superiori.

Signor Enderlin, se l'aspettava una reazione così forte dal Ticino?
“Una reazione me l'aspettavo, ma non di queste dimensioni. Comprendo, tuttavia, la presa di posizione ticinese e la volontà di difendere l’italiano”.

Potrebbe spiegare i motivi che hanno portato il Governo obvaldese ad abolire la lingua italiana tra le materie d'opzione specifica?
“Dobbiamo innanzitutto capire le dimensioni della nostra realtà. Nel Canton Obvaldo esiste soltanto una piccola scuola Cantonale a Sarnen, che può offrire cinque opzioni specifiche: latino, matematica, pedagogia, economia, diritto. Di più non possiamo fare, proprio per la limitata grandezza del nostro cantone. Ma proprio a causa di questa nostra situazione, i nostri studenti che vogliono frequentare altre opzioni che non possiamo offrire, hanno la possibilità di andare fuori Cantone: a Stans, nel canton Nidvaldo, che dista venti chilometri da Sarnen e a Lucerna, che sempre dal capoluogo è raggiungibile in 20 minuti di treno. Dei cinque indirizzi che ho elencato poc’anzi,  il Governo ha deciso di potenziare quello scientifico a scapito di quello linguistico. E la scelta è stata: mantenere l'italiano o il latino? Il Governo ha scelto il latino. Anche se, come per l'italiano, coloro che scelgono il latino, sono poco numerosi”.

Di questi 75 studenti quanti sono stati quelli che hanno scelto l'italiano quale opzione specifica?
“Nell'anno scolastico 2011/12 sono stati 7, l'anno scorso 12, mentre due anni fa 7. Nel 2008/09 nove”.

Direttore, ma come mai avete deciso di sacrificare una lingua nazionale?
"Perché pensiamo che, in definitiva, per i nostri studenti,  in particolare per coloro che vogliono intraprendere gli studi superiori, il latino sia una materia importante, che avvantaggia sia coloro che scelgono il percorso scientifico, sia per quello filologico-linguistico e storico-umanistico. Il latino, non dimentichiamoci, appartiene da sempre alla tradizione degli studi liceali”.

E se un obvaldese volesse scegliere l'italiano?
“Può andare tranquillamente a Stans, senza dimenticare che, come materia opzionale, l’italiano è insegnato anche a Sarnen.

Esiste una cooperazione intercantonale?
"Sì, esiste da tempo. Ripeto: se uno studente vuole seguire un percorso di studi che non è offerto da noi, può andare a Stans. Sarà poi il Canton Obvaldo ad assumersi i costi scolastici".  

Quindi, mi faccia capire, chi vuole l'italiano come opzione specifica può andare a Stans, mentre come materia opzionale può restare a Sarnen...
“Sì, proprio così. Capisco le preoccupazioni degli insegnanti d'italiano e del Governo del Canton Ticino. Ma noi abbiamo dovuto fare una scelta”.

Non è stata una scelta dovuta a motivi di risparmio finanziario?
“No. Assolutamente no. La nostra, contrariamente a San Gallo, non è una scelta dovuta a necessità di risparmio, bensì di priorità”.

Il Ticino, però, ha scritto al Consigliere federale Burkhalter. Teme che il canton Obvaldo dovrà prepararsi a fare un passo indietro?
“Quando abbiamo introdotto e adottato il regolamento sulla maturità, ci siamo assicurati innanzitutto la possibilità di collaborazione con i Cantoni a noi vicini, proprio per rispettare gli standard richiesti dalla legge. Non siamo dei dissidenti, noi soddisfiamo le condizioni richieste dalla legge. Ripeto, abbiamo fatto una scelta. Ora vediamo in che modo si sviluppa la discussione a livello federale. Sarà interessante capire se ci sono altri cantoni che si trovano nella nostra stessa situazione”.

C'è chi ha parlato della messa in pericolo della coesione nazionale…
"No, dalla nostra decisione non dipende la coesione nazionale. Non posso immaginarmi che una piccola scuola di un piccolo cantone possa mettere in pericolo l'unità della Svizzera. Sarebbe un pochino esagerato, anche perché non intravedo nessun pericolo di sorta derivante dalla nostra decisione".

Lei non pensa che a questa situazione si è arrivati anche per il fatto che la lingua italiana non riesce più, rispetto al passato,  a irradiare quell’ influenza culturale che, forse, c’era una volta?
"Sì, questo aspetto non è da sottovalutare. Per fare un esempio nel Canton Uri, anni addietro, fu introdotto l’italiano nelle Scuole Superiori Popolari, ma è stato abolito. E' ovvio che se ci fossero stati una ventina di studenti  per anno che avessero scelto l'italiano, non ci sarebbe neppure passato per la testa rinunciarvi. Il latino è una lingua antica e strettamente legata alla formazione liceale. Una lingua, che, a differenza di altre scuole, soltanto quella pubblica può offrire. Io spero che in Ticino si capisca anche la nostra situazione. La situazione di una piccola scuola, in un piccolo cantone”.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 
NOTIZIE PIÙ LETTE