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BELLINZONA"La Mesolcina stia da sola e la smetta di pensare in grande"

11.11.11 - 08:24
Analisi spietata: Marco Salvi di Avenir Suisse replica al politico Devis A Marca che vuole l'annessione al Ticino
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"La Mesolcina stia da sola e la smetta di pensare in grande"
Analisi spietata: Marco Salvi di Avenir Suisse replica al politico Devis A Marca che vuole l'annessione al Ticino

BELLINZONA - “La Mesolcina? È meglio che se ne stia per conto suo. Anche perché il Ticino fa già fatica a stare dietro alle sue di valli. Il Ticino non avrebbe vantaggi…” In sintesi è il pensiero di Marco Salvi, economista di Avenir Suisse, di origini mesolcinesi. Negli scorsi giorni il presidente della Lega dei Mesolcinesi Devis A Marca, in un’intervista a Ticinonline, ha descritto la Mesolcina come una valle povera e senza prospettive. Tanto da chiedere la sua annessione al Ticino. Avenir Suisse, gruppo che studia lo sviluppo economico della Svizzera, in passato ha esposto più modelli di evoluzione del territorio nazionale. Puntando quasi sempre sulla concentrazione delle forze nei centri urbani, a scapito delle zone periferiche.

E allora, professor Salvi, la domanda sorge spontanea. Da una parte lei eviterebbe l’annessione al Ticino. Dall’altra però sostiene la creazione di macro-regioni che crescono attorno ai poli urbani. Significa che per terre come la Mesolcina non c’è proprio più nulla da fare?  
"Significa che è inutile nutrire false illusioni. Una fusione con il Ticino non garantirebbe la risoluzione dei problemi. Non si crea lavoro cambiando cantone di appartenenza. Anzi. Lo vediamo anche a livello di aggregazioni comunali, il più debole quando va col più forte raramente riesce a cambiare la sua situazione. E poi non bisogna più pensare di fare chissà quali investimenti in Mesolcina..."
 
Scusi?
"Si pensa a un tunnel che colleghi Chiavenna a Lostallo. È un progetto demenziale, che non porterebbe a nulla".
 
Lo dica apertamente: la Mesolcina è spacciata?

"No, ma deve smetterla di pensare in grande. Non deve creare un’economia che non c’è. Piuttosto è meglio che si concentri sulle sue poche, ma buone, risorse. Possono diventare un punto di forza".

Cioè?
"L’energia idroelettrica ad esempio. Ci sono ancora ampi margini di crescita a tal proposito. Inoltre c’è tutto il settore degli alloggi da considerare, il ramo immobiliare. Abitare nei Grigioni costa meno rispetto al Ticino. Perché non si può pensare di abitare a Roveredo e di lavorare a Lugano o a Bellinzona? Potrebbe essere un’attrazione per molti".

Lo vede però che anche lei, con i suoi ragionamenti, si orienta verso il Ticino?
"Ma non c’è bisogno di fare un’annessione per questo. Centro economico e centro politico non devono per forza coincidere. Al contrario, in questo modo si può approfittare delle debolezze dell’uno e dell’altro cantone".
  
In realtà però in Mesolcina c’è rassegnazione, così come in altre valli della Svizzera italiana. Gli studi di Avenir Suisse, come se non bastasse, sono spietati: la Svizzera del futuro è suddivisa in 6-7 super regioni, contano solo le città?
"Non la metterei su questo piano. Il fatto è che non si può più pensare che ogni valle debba per forza avere tutti i servizi a disposizione sul posto. Le valli sono destinate a concentrarsi sui loro punti di forza, sulle loro specificità. È un concetto che dovrebbe valere anche per le valli ticinesi, non solo per la Mesolcina".
 
Patrick Mancini

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