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STABIOResta paralizzata e deve abbandonare il suo studio: "Ma ora vogliono che paghi 40.000 franchi di affitto"

10.11.11 - 15:48
La legge vale più del cuore. Continua il dramma della giovane ergoterapista Tatiana Mazza. Lo choc: i suoi locatori sono Giovanni Jelmini, presidente del PPD, ed Egidio Centonze, noto imprenditore
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Resta paralizzata e deve abbandonare il suo studio: "Ma ora vogliono che paghi 40.000 franchi di affitto"
La legge vale più del cuore. Continua il dramma della giovane ergoterapista Tatiana Mazza. Lo choc: i suoi locatori sono Giovanni Jelmini, presidente del PPD, ed Egidio Centonze, noto imprenditore

STABIO – Un tremendo incidente a cavallo l’ha inchiodata su una sedia a rotelle. Era il 13 settembre del 2008. Da quel momento, per Tatiana Mazza, oggi 31enne, è iniziata una lunga e faticosa riabilitazione. Come raccontato in un articolo di Ticinonline dopo anni di sofferenze la giovane di Stabio riesce addirittura a tornare a lavorare, come ergoterapista. Una vita nuova insomma. Invece no. Perché qualcuno ha deciso di metterle i bastoni tra le ruote.

All’epoca dell’incidente condivideva uno studio a Chiasso con una collega. Dopo il dramma il suo posto è stato preso da un altro ergoterapista. Ma i proprietari dello studio hanno continuato a chiederle l’affitto. Anche dopo avere avuto la conferma scritta da parte della Federazione Ticinese Integrazione Andicap secondo cui lo stabile in cui si trovava lo studio è ‘inaccessibile in carrozzina’. Disdetta straordinaria? Siccome il contratto di locazione era stato stipulato a quattro mani da Tatiana e dalla collega, per legge una disdetta avrebbe dovuto essere richiesta da entrambe. Ma la collega di Tatiana non ne vuole sapere. Uno dei due proprietari e locatori è Giovanni Jelmini, presidente del PPD cantonale. L’altro è Egidio Centonze. Entrambi sono avvocati. La domanda sorge spontanea: vista la delicata situazione di Tatiana non si sarebbe potuto chiudere un occhio?

Legge – Gli occhi invece sono rimasti bene aperti. E i due locatori hanno proceduto a far spiccare un precetto esecutivo per anni di affitti non pagati. Ben due tribunali hanno accolto le richieste dei proprietari. Così, oggi Tatiana si trova a dover pagare oltre 40.000 franchi di affitto. Da un punto di vista legale, l’ultima sentenza emessa poche settimane or sono non fa una grinza: Tatiana deve pagare. Ma possibile che mentre Tatiana si trovava in clinica a Nottwil a nessuno sia venuto in mente di chiedere alla sua ormai ex collega di disdire per motivi gravi il contratto della sfortunata ragazza? Possibile che, successivamente, al posto di fare la guerra in tribunale qualcuno non abbia avuto il buon senso di premiare il ritorno alla vita di Tatiana, che seppur costretta a stare su una sedia a rotelle si è rimboccata le maniche per ripartire da capo? Gli interrogativi sono parecchi. Giovanni Jelmini spiega la sua versione. “Io Tatiana Mazza non l’ho mai incontrata di persona. So però che è stata mal consigliata dai suoi avvocati. Questa storia poteva essere chiusa molto tempo prima”.  Resta il fatto che le cause contro Tatiana sono state avviate e seguite dallo studio legale dell’avvocato Giovanni Jelmini, che non poteva non essere al corrente del lato umano della vicenda.

Incontro – Al di la delle leggi, questa era soprattutto una questione da affrontare con il cuore. Tatiana non nasconde la sua delusione: “Pochi giorni dopo il mio infortunio nello studio è entrato un nuovo ergoterapista. E questa persona ha lavorato con i miei pazienti per mesi. Senza pagare un franco di affitto. Non so che tipo di accordi abbiano fatto, non me lo hanno mai detto. So solo che quei soldi li hanno chiesti e li chiedono a me”. Poi, amareggiata, riprende: “Io non avrei mai voluto andare per vie legali. Ma da un letto dell’ospedale cosa avrei potuto fare da sola? Il problema è che ho incontrato alcuni avvocati confusionari prima di quello attuale. A Nottwil ne avevo una che mi aveva detto che da sola non potevo dare la disdetta straordinaria. I mesi passavano e il caos nella mia testa aumentava”.  

Dignità calpestata – È come un vaso colmo fino all’orlo Tatiana. Un vaso che ora sta per scoppiare. “La mia dignità è stata calpestata più volte. Egidio Centonze, uno dei due proprietari, una volta mi disse: I problemi sono suoi e della sua collega. Dovete mettervi d’accordo voi. Se non lo fate, noi vi dobbiamo mandare il precetto”. Stando a Tatiana, Jelmini invece non si sarebbe mai esposto. “Io ho sempre visto solo Centonze. Con lui ho cercato di avere un dialogo. Ma invano. Gli interessava solo intascare l’affitto”. Il presidente del PPD puntualizza. “Avremmo potuto chiudere un occhio? Sì. Ma nessuno ce lo ha chiesto. Perché la ragazza non mi ha chiamato di persona? Non lo ha mai fatto. Io sono disponibile”. Già, ma in certi momenti e in certe situazioni particolari, uno cerca anche di conservare un briciolo di dignità umana. E poi, per certe cose serve davvero fare una richiesta esplicita? Non ci si può arrivare da soli? Misteri.     
 

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