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TICINO"Ticinesi terrorizzati dai partiti"

24.11.10 - 08:03
La delusione di Moritz Piller, primo firmatario dell'iniziativa 'Un voto, una persona': "In molti ci fanno i complimenti. Ma a firmare sono pochi"
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"Ticinesi terrorizzati dai partiti"
La delusione di Moritz Piller, primo firmatario dell'iniziativa 'Un voto, una persona': "In molti ci fanno i complimenti. Ma a firmare sono pochi"

BELLINZONA – “È strano. È come se i ticinesi fossero terrorizzati dai partiti”. La delusione di Moritz Piller, primo firmatario dell’iniziativa ‘Un voto, una persona’ è forte. La raccolta firme, scattata qualche settimana fa in tutto il Ticino, sta incontrando più ostacoli del previsto. Più potere alle schede senza intestazione. Maggiore considerazione nei confronti di chi decide di votare la persona, anziché il partito. Sembrava un concetto spendibile. Che potesse colpire. “E di fatto lo è – ammette Piller –. La gente nelle piazze ci riempie di complimenti. Elogia il nostro coraggio. Ma poi non firma…”

Quota settemila - Entro inizio dicembre servono almeno 7000 firme. Per adesso ne sono state raccolte circa la metà. L’iniziativa lanciata da Piller e altri cittadini liberi da vincoli politici è di quelle ambiziose.  E mira a cambiare il modo di eleggere in Ticino. “In sostanza – riassume Piller – noi chiediamo che, in occasione delle elezioni, il voto espresso su una scheda senza intestazione abbia lo stesso valore di quello abbinato a un partito. È una richiesta lecita, visto che alle ultime elezioni cantonali il 17,5% dei ticinesi ha scelto proprio la scheda senza intestazione”. Di fatto l’iniziativa di Piller sul campo riscontra ampi consensi: “Quando arriva il momento di mettere nero su bianco il proprio nome, però, molta gente si blocca. Alcuni ci dicono che non possono esporsi. Altri hanno paura di essere poi criticati da amici o conoscenti. Altri ancora addirittura temono di perdere il posto di lavoro a causa di una simile presa di posizione. Certo, c’è anche chi semplicemente dice: ‘non me ne frega niente’ e poi manifesta tutta la sua sfiducia nei confronti del mondo politico”.

Coinvolgimenti indiretti - Di persone Piller ne ha già incontrate parecchie. E ha dovuto incassare diversi rifiuti. “La sensazione che io e i miei ‘colleghi’ abbiamo – sostiene – è che ci sia una vera e propria paura di metterci la faccia. E questo perché, se ci pensiamo bene, la politica e i partiti sono ormai invischiati dappertutto. Prendiamo ad esempio un semplice operaio. Magari non ha mai militato in alcun partito. Però se il suo superiore è un esponente politico le cose cambiano, eccome. C’è un coinvolgimento indiretto, ma c’è. Poi ci sono anche altre situazioni. Altri scenari. Un tizio mi ha raccontato che l’ultima volta che ha firmato un’iniziativa è stato addirittura chiamato dal Comune. Per evitare storie si è rifiutato di appoggiarci”. Continueranno la loro battaglia Piller e compagni. Perché comunque ci sono ancora un paio di settimane di tempo. “Sarà dura – sottolinea –. Ma non abbiamo perso né la fiducia, né l’entusiasmo. Ci crediamo ancora. Spero che la gente, piano piano, prenda più coraggio. Perché solo così si possono cambiare le cose a livello politico in Ticino. È l’unica via”. Poi l’amara constatazione: “La sfiducia dei ticinesi nei confronti della politica è incredibilmente notevole. Ce ne rendiamo conto girando per le piazze. Ecco perché credo che ad aprile il numero di elettori sarà ancora più basso rispetto a quello del 2007”.

Patrick Mancini

 

 

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