Cerca e trova immobili

HOMME AU BAINSesso, onanismo e voyuerismo, "ma non è un film porno"

07.08.10 - 16:04
E‘ vietato ai minori di 18 anni. Scene di sesso e altro nel film con protagonista Francois Sagat, icona porno gay. Ma il regista precisa: "Non chiamatelo film porno"
None
Sesso, onanismo e voyuerismo, "ma non è un film porno"
E‘ vietato ai minori di 18 anni. Scene di sesso e altro nel film con protagonista Francois Sagat, icona porno gay. Ma il regista precisa: "Non chiamatelo film porno"

LOCARNO - Corpi nudi. Sesso violento. Onanismo. Rapporti orali. Voyeurismo. C’e’ un po’ di tutto in Homme au bain, film di Christophe Honoré, pellicola in concorso che a Locarno arriva con il bollo del vietato ai minori di 18 anni. “Non é un film porno, e nemmeno mia madre che lo  ha visto lo considera tale” ci tiene subito a precisare il regista durante la conferenza stampa.

Fatto sta che il bellissimo e palestratissimo corpo dell’attore porno gay Francois Sagat, fa bella mostra  - dal lato A al lato B - per tutta la durata del film. Dopo averlo visto, sempre a Locarno,  nei panni di uno zombie, Sagat questa volta è un’anima in pena che per dimenticare il suo amato si annulla nel sesso, a volte a pagamento a volte no. Insomma fa sesso con chi gli capita, ma é ad Omar che pensa. Il regista gioca la carta dell’introspezione psicologia dei personaggi , a volte ci riesce  grazie a un attento uso della macchina da presa, altre volte si perde in inutili amplessi che poco danno all’intera storia.

“Non ho voluto realizzare un film nell’ottica di far godere  lo spettatore, bensì affrontare il tema dell’omosessualità in modo sincero e tenero, seppur con scene crude” sottolinea Christophe Honoré, e poi aggiunge “Non abbiamo attaccato la Chiesa, è la Chiesa che ci ha attaccato perchè i gay non sono pedofili. Ne abbiamo parlato quasi per caso andando su internet”

Eppure la somma di tutto ciò è un film  che se sulla carta si presentava bene finisce per deludere le aspettative del pubblico. Ma soprattutto si ha l’idea di un’occasione mancata, e lo è senz’altro per Chiara Mastroianni il cui ruolo all’interno del film non è  affatto chiaro e si perde in una storia in cui sviluppa un'amicizia con un giovane studente, non si sa se bisex.

Sagat fa quel che puo’ e mostra quel che ha. Il resto si perde  tra la banlieue parigina (il quartiere Le Luth a Gennevilliers) e i sobborghi di New York,  dove si svolgono i 72 minuti del film, di mondi gay in periferia, di contestazione alla Chiesa e al cardinal Bertone che vi sia un rapporto fra omosessualità e pedofilia e il tifo per la vittoria della sinistra contro il presidente francese Nicolas Sarkozy, e pure di omosessualita’ nella cultura islamica. E a tal proposito l'intenditore Sagat che ha sulla schina una mezzaluna con la stella islamica (che indica le cinque regole base dell'Islam), chiarisce: "La religione islamica non accetta l'omosessualità, così tanti si sposano ma poi vanno con gli uomini in segreto".

Sal Feo

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE