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BERNA – “La Legge federale sulla protezione dell’ambiente stabilisce che ‘i Cantoni provvedono affinché i costi di smaltimento dei rifiuti urbani, per quanto siffatto smaltimento sia stato loro attribuito, siano finanziati mediante emolumenti o altre tasse conformemente al principio di causalità”. Lo ricordano i consiglieri nazionali socialisti Marina Carobbio Guscetti e Fabio Pedrina nell’interrogazione inoltrata oggi al Consiglio federale. Facendo in seguito riferimento alla Legge cantonale di applicazione, i due consiglieri scrivono che “i Comuni finanziano i costi sostenuti nel settore dei rifiuti mediante tasse conformi al principio di causalità” e che “il Canton Ticino ha demandato ai Comuni la raccolta e la separazione dei rifiuti urbani”.
Il 24 aprile 2010 il Consiglio di Stato, rispondendo ad un’interrogazione parlamentare del PS, ha riferito che “salvo Lugano, Stabio e Bioggio, tutti i Comuni prelevano tasse causali per il finanziamento dei servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani”e che il CdS ha fissato un “termine per l'adattamento dei regolamenti al principio di causalità” scaduto il 1° gennaio 2008”.
Ad oltre due anni dalla scadenza del termine posto dalla Confederazione il Governo ticinese ha dichiarato di “non voler intervenire in via sostitutiva mediante l'adozione e l'imposizione di un regolamento comunale conforme al principio di causalità, pur riconoscendo di averne la facoltà”. Il CdS ha poi ricordato “che il suo intervento sostitutivo deve tuttavia costituire l'ultima ratio”.
Con l’interrogazione odierna il due rappresentanti ticinesi alle camere federali interrogano il Consiglio federale in merito alla situazione venutasi a creare in seguito alla mancata applicazione dell’articolo di legge.
