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TICINOPreservativi ai 12enni, PPD: "Una campagna becera e volgare"

03.03.10 - 14:33
La sezione ticinese del PPD reagisce con forza alla campagna contro l'AIDS indirizzata ai 12enni. Sotto accusa la commercializzazione di preservatici per adolescenti di 12 anni quale strumento per l'educazione sessuale
Ti-Press
Preservativi ai 12enni, PPD: "Una campagna becera e volgare"
La sezione ticinese del PPD reagisce con forza alla campagna contro l'AIDS indirizzata ai 12enni. Sotto accusa la commercializzazione di preservatici per adolescenti di 12 anni quale strumento per l'educazione sessuale

BELLINZONA – Non si è fatta attendere la reazione del PPD cantonale all’ultima campagna elaborata da Aiuto AIDS Svizzero. Con un comunicato stampa diffuso pochi minuti fa, il Partito popolare democratico prende energicamente posizione affermando che “Aiuto AIDS Svizzero, i cui messaggi sono ‘una sveltina veloce?’, ‘a casa o subito?’, ‘venni, vidi e venni’ è probabilmente l’istituzione meno indicata per affrontare qualsivoglia tema di carattere educativo”. Una presa di posizione che arriva dopo altre considerazioni. “Per giustificare la sua esistenza –scrive il PPD ticinese riferendosi al Aiuto AIDS Svizzero- propone annualmente alla popolazione campagne becere e volgari”.

Educazione sessuale - “Aiuto AIDS Svizzero, con la collaborazione di alcune aziende attive nel settore, ha lanciato un preservativo per giovanissimi (12-14 anni) dall’evocativo nome “hotshot” (sparo caldo) nell’ambito della sua campagna “Piacere su misura”, che fa riferimento alle ridotte dimensioni del nuovo preservativo” prosegue il PPD che, in tono ancor più polemico, ricorda che stando alle intenzioni di Aiuto AIDS Svizzero, “hotshot” dovrebbe essere distribuito nelle scuole assieme ad un sacchetto di lubrificante e sarebbe un utile spunto per affrontare con i giovanissimi il tema dell’educazione sessuale.

Nelle scuole - “È perlomeno preoccupante che i responsabili di questi messaggi, al limite della depravazione, abbiano la possibilità di entrare nelle scuole medie e pubblicizzare i propri prodotti, su cui peraltro lucrano delle società private, senza la benché minima mediazione”. Il PPD scrive in seguito che i genitori “devono quantomeno essere avvisati di queste ‘visite’ e, se lo ritengono opportuno, devono avere la possibilità di chiedere che i figli vengano dispensati dalla frequentazione”.

Sviluppo della personalità - Il PPD ticinese pone inseguito l’attenzione sull’educazione sessuale affermando che si tratta di “un tema che riguarda le sfera più intima della personalità e deve pertanto essere lasciato nella piena disponibilità dei genitori. La maggior parte di essi, ma pure dei giovanissimi, ritiene peraltro che un’attività sessuale nella pre-adolescenza sia ampiamente prematura e dannosa per l’armonioso sviluppo della personalità”. Il PPD cita in seguito uno studio commissionato nel 2008 dalla Commissione federale per l’infanzia e la gioventù all’Università di Basilea secondo il quale “è emerso che solo il 6% di giovanissimi – scelti tra un campione molto sensibile al tema – ha un’attività sessuale tra i 12-14 anni”.

“Chiediamo pertanto che i dipartimenti responsabili, in particolare il DECS e il DSS, prendano adeguate misure affinché gli eventuali momenti di incontro con i rappresentanti di Aiuto AIDS svizzero o organizzazioni analoghe avvengano nel pieno rispetto delle convenzioni e
scelte educative dei genitori e dei figli” scrive il PPD nella nota stampa.

"Campagne di pessimo gusto" - “Più in generale non deve sfuggire un fatto: le campagne di Aiuto AIDS Svizzero, oltre che di pessimo gusto, sono inutili o controproducenti" scrive il PPD riferendosi in seguito al passato. "Negli ultimi anni la quota di contagi è aumentata, in controtendenza con gli altri Paesi europei; i gruppi interessati dall’AIDS sono soprattutto gli omosessuali di sesso maschile” si legge nella nota che infine conclude affermando che “forse anche Aiuto AIDS Svizzero dovrebbe rivalutare il proprio approccio aggressivo e deresponsabilizzante e calibrare i propri messaggi su un vero messaggio educativo che metta al centro la persona e una vita affettiva consapevole e rispettosa del proprio partner”.


Foto apertura (archivio): Ti-Press

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