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Prevalentemente maschi, che scelgono i mesi invernali per togliersi la vita. Il triste dato, rilevato dal 2000 al 2010, impegna il Consiglio di Stato nella ricerca di soluzioni.
VERZASCA - Arriva la risposta all'interrogazione di Silvano Bergonzoli (Lega dei Ticinesi) circa il triste primato dei suicidi alla diga della Verzasca sopra Gordemo nella quale si richiedeva un intervento urgente da parte delle autorità per arginarne il fenomeno.
Il Consiglio di Stato ha effettuato dei rilevamenti constatando che il numero esatto di suicidi avvenuti alla diga della Verzasca sopra Gordemo nel periodo dal 2000 al 2010 ammonta a 18 casi (2000: 4; 2001: 3; 2005: 1; 2006: 3; 2007: 2; 2009: 3; 2010: 2). Il dato, rilasciato dalla Polizia Cantonale presenta una forte prevalenza di maschi di origine svizzera, e vede come favoriti i mesi invernali.
Il Consiglio di Stato, in risposta all'interrogazione di Bergonzoli, ritiene opportuno che si realizzino misure atte ad evitare l’attrattività della diga della Verzasca per chi intende porre fine ai propri giorni attraverso il suicidio. "Il proprietario dell’impianto - prosegue il Consiglio di Stato nel comunicato - ha dato la propria disponibilità ad esaminare le possibili soluzioni".
Per arginare il fenomeno, inoltre, i servizi dello Stato asseconderanno il proprietario nel definire possibili provvedimenti dissuasivi di tipo fisico da adottare in funzione della loro fattibilità tecnica e della presumibile efficacia.
Circa la possibilità di casi casi di falso suicidio, cioè di omicidio mascherato da suicidio, il Consiglio di Stato risponde: "Da protocollo, la polizia tratta tutti gli interventi per rinvenimento di cadavere (compresi i sospetti suicidi) come se si trattasse di omicidio fino a quando possa sussistere dubbio sulla presenza di responsabilità penali di terze persone. L’ipotesi di omicidio è stata esclusa per tutti i casi oggetto della presente interrogazione".
Foto d'apertura TiPress / Samuel Golay 2002
